Svolta nel Pd di Bisceglie, Naglieri è il primo che non rinnova la tessera al Partito
Al termine di un travagliato tormento personale ho preso la mia decisione…. non intendo rinnovare la tessera al PD. C’è voluto un grande arco temporale, fatto di resistenza e speranza, passione e militanza per capire al termine di una settimana che mi ha visto presente ad Imola alla Festa Nazionale dell’Unità, quanto sia difficile se sei di sinistra o ti reputi tale, sentirsi del Partito democratico, visti gli incontri ed i dibattiti politici seguiti carenti tanto nei contenuti quanto nella partecipazione popolare.
Il PD, unica vera grande organizzazione strutturata di centro sinistra, in un periodo storico caratterizzato da Governi nominati non si è fatto mancare assolutamente nulla alternando leggi dal chiaro valore simbolico di Sinistra come quella sul Caporalato in Agricoltura o quella sul DOPO DI NOI (giusto per citarne alcune) ad altri atti politici quali il jobs act e la buona scuola che, in pochi mesi, sono riusciti a fare quello che il ventennio berlusconiano aveva solo teorizzato, ovvero, l’abolizione dell’articolo 18 e la precarizzazione del lavoro. Ma, se è plausibile che i Governi di emergenza talvolta sbaglino, quello che appare inaccettabile è come sia possibile che le chiare ma fragili disposizioni dello STATUTO, non vengano applicate ma derogate a seconda di chi lo interpreta.
E’ accaduto a Bisceglie con l’iscrizione on line ed in massa di un area politica avversa da sempre al PD quanto a Trinitapoli, e così ancora altrove. C’è, al pari di quel populismo che tanto additiamo ad esempio negativo, uno simile di casa nostra, più furbo perche non parla alle piazze, ma, all’Imprenditoria della Politica, che si relaziona con i poteri forti territoriali, che utilizza la cosa pubblica come il frutto di un mestiere, che ragiona per obiettitivi da raggiungere e che non tollera il confronto nè la dialettica di opposizione semplicemente per non cedere al proprio narcisistico modo di esistere in quanto si E…..e basta. Potrebbe apparire casuale, ma la genesi del PD biscegliese ha coinciso quasi con quella delle amministrazioni di Francesco Spina.
Il PD è sempre stato lì….all’opposizione, mentre, il Sindaco e il suo fedele gruppo hanno progressivamente virato il colore di appartenenza fino a sovrapporlo a quello di chi lo contestava. E’ superfluo narrare una storia conosciuta ai più, soffermarsi su quei dettagli che hanno generato una faida interna tra falchi e colombe, sulle paradossali dichiarazioni ed endorsment di Michele Emiliano prima e di Marco Lacarra dopo, sulle invasioni di campo di chi vive la Politica con eserciti di elettori vincolati da cosa? Da quali interessi? Da quali legami? A questi interrogativi, rimasti insoluti, il PD a Bisceglie diventa 2.0, con un dato di tesseramento sproporzionato tra il numero dei neo militanti e gli aventi diritto al voto, anomalo perchè più del doppio rispetto a Barletta e triplo a quello di Andria. Rimangono i fatti che contano poco politicamente, se non vengono opportunamente discussi in tali ambiti, omicidi, spaccio di droga, concorsi e appalti.
Si è glissato su tutto ciò che non interessa, ovviamente, al nuovo militante del PD, attratto, viceversa, dalla burocrazia interna e dalla volontaria partecipazione agli organi direttivi cittadini e provinciali. E’ difficile sentirsi del Partito Democratico se la Tessera non è la sintesi di un punto di arrivo, di conoscenza della militanza attiva, quindi, dei potenziali crediti accumulati per capacità, spirito di partecipazione e di intraprendenza, ma, la si scopre, invece, come fattore muscolare di partenza, aggredibile ed acquisibile da chiunque abbia 15,00 Euro da utilizzare per una buona causa personale, perchè, più tessere hai, più potrai controllare gli organi decisionali, quelli direttivi, utili alla definizione dei percorsi personali o di rete.
Queste cose sono in controtendenza con la narrazione di un centro-sinistra moderno, lasciano intravedere una profonda tendenza, dentro il Pd, a inseguire gli obbiettivi di alcuni a scapito dell’ideologia di base, dell’idea di essere pari agli altri, perdendo così le proprie battaglie sociali e culturali e subendo l’egemonia di fare scelte coraggiose e in controtendenza. In tutto questo, mi chiedo quali titoli avranno i miei amici e i conoscenti con cui amo parlare di politica quando mi diranno che alle prossime elezioni non potrò non votare Pd se non voglio mandare avanti le destre e i populismi. Perché se non si fosse ancora capito, e qui invito al buon senso, non è imitando quelle forze che si ottengono consensi. Si dà credibilità, semmai, alla loro proposta politica. E quindi l’elettore, tra una brutta copia e l’originale, sceglie sempre quest’ultimo. Mentre il proprio elettorato non riconoscendo più la casa madre (retrocessa, appunto, a orrida imitazione) andrà altrove.
Deve essere quindi davvero difficile far parte del PD in questi giorni, almeno se si è ancora conservato lo spirito critico delle persone avvedute e intellettualmente oneste ed è solo per questo che preferisco non ostacolare il corso già tracciato dagli Imprenditori della Politica certo del fatto che la mia opposizione sarà senza tessera di partito, più libera, guardando alla società civile.
Per queste motivazioni…non intendo rinnovare la tessera al PD.
GIANNI NAGLIERI