Legambiente: Osservazioni e proposte sul progetto di città sostenibile

Di seguito le proposte inviate al Sindaco e all’Ufficio Tecnico Comunale dal circolo biscegliese Legambiente, in merito al progetto di città sostenibile.

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Le proposte del Circolo di Bisceglie di LEGAMBIENTE, non possono che seguire una visione completa dell’idea di città sostenibile (di seguito c.s.); cioè da una visione d’insieme dell’urbe, intra ed extra moenia.

La perimetrazione stabilita in tre zone quali: S. Caterina; Porto e Centro Storico non limita il progetto che andiamo a suggerire ma, ne vede invece una parte fondante come ‘cuore’, ‘seme’ di un orientamento che può e deve partire dalla cosa pubblica per estendersi con regole chiare e condivise, anche agli interventi privati che già fanno capolino nel tessuto urbano.

In sostanza la c.s. deve essere capace di tessere, articolare ed applicare i principi fondamentali del vivere sostenibile, adattandoli gradualmente alle esigenze dell’uomo, prevedendone un percorso graduale che ne stabilisca le priorità a seconda delle esigenze locali. Non si abbandoni però l’idea che il processo deve completarsi e le scelte debbano essere fatte non solo secondo bandi e sovvenzioni regionali, comunitarie, ecc., ma anche con un miglioramento e completamento graduale di tutti gli elementi fondanti della c.s.

  1. Applicazione di nuove tecnologie che portano anche ad un cambiamento delle abitudini: pensiamo alla creazione di una applicazione sui cellulari che consenta di vivere ed interagire con l’amministrazione comunale, sia da parte di chi frequenta che di chi vive Bisceglie: il programma consentirà di avere immediatamente a disposizione orari e fermate degli autobus urbani; di sapere orari ed ubicazioni degli uffici pubblici; di interagire immediatamente con il comando di polizia locale (vedasi il progetto ioSegnalo di Roma capitale che consente di segnalare problemi o disagi nel territorio urbano, anche da dispositivo mobile.; di richiedere documenti e di pagare imposte e tasse direttamente dal credito del proprio telefonino. Le applicazioni consentiranno, tramite la comunicazione di un numero pin personale o di un codice usa e getta per ogni singola operazione, di scaricare la documentazione richiesta da apposite postazioni ubicate negli uffici comunali su chiavetta o di richiederne l’invio per email (ltali operazioni possono non richiedere necessariamente la digitalizzazione dell’apparato burocratico del Comune.
  2. Creazione, questo proprio nell’area portuale che sarà soggetta ai lavori importanti, di un’area c.d. di coworking, un’area chiusa attrezzata con postazioni pc e stampanti (anche 3d), con wi-fi e spazi-riunioni, in grado di servire una utenza diversificata quale: diportisti; professionisti di passaggio; rappresentanti; aziende che, per esigenze logistiche o altro, trovino comodo incontrare per lavoro in un posto attrezzato e magari di facile accesso. Accanto alla suddetta area si potrà pensare un asilo nido, che consenta a genitori impegnati, di accedere al coworking, lasciando i propri figli in strutture idonee e vicine.
  3. Consumo di suolo zero o quanto più possibile vicino allo zero. L’area metropolitana di Bari e provincia, secondo la relazione 2016 di LEGAMBIENTE sull’ecosistema urbano, misura in soli 7,5mq medi circa, l’area di verde urbano per cittadino (dati BAT non comunicati). Le nuove realizzazioni non dovranno prevedere una copertura maggiore del suolo, se non per opere di pubblica fruizione e con un contestuale recupero e riforestazione di aree urbane degradate o meno. I progetti prevederanno anche l’installazione fissa di rilevatori di inquinamento nelle zone più a rischio della città. Su tutti i tetti delle proprietà comunali si installeranno pannelli fotovoltaici (ma anche micro-eolico) e si incentiveranno i c.d. tetti verdi e gli orti urbani (e sociali), anche se questi ultimi, ubicati al di fuori del centro inteso come cuore nevralgico della vita cittadina.
  4. Il trasporto urbano vedrà l’accordo tra le aziende con sede nell’area comunale ma in zona decentrata (artigianale,ASI, ecc.), ed il Comune, per concertare corse dei mezzi pubblici, dedicate al personale e strutturate con percorsi ed orari in modo da consentire l’ingresso al lavoro ed il ritorno a casa.
  5. Integrazione delle scuole con luoghi di aggregazione ed uso delle stesse scuole anche post-lezione (vedasi anche ns proposta per la ‘Città dei ragazzi’, utilizzandole anche come sedi di convegni alternativi ai soliti
  6. La raccolta differenziata, in zone artigianali ed industriali in cui il conferito è spesso di qualità, e facilmente controllabile e recuperabile, si potrà ovviare alla dispendiosa raccolta porta a porta installando i nuovissimi cassonetti con micro compattatore (contiene fino a cinque volte in più a parità di dimensioni di un cassonetto normale) ed accesso a chiave elettronica che avvisano una centralina ubicata nella sede dell’azienda incaricata del servizio, quando pieni. Si ottimizzano appunto raccolta e costi.
  7. Incentivazione della mobilità sostenibile, riconoscendo al cittadino che si reca al lavoro (anche e maggiormente in inverno) in bicicletta dotata di rilevatore chip di uno sgravio fiscale sulle tasse comunali o un assegno annuo di 25 centesimi/km sino ad un massimo mensile (es. 50 Euro). Il cittadino dovrà lasciare la bici in apposite rastrelliere dotate di lettore, ubicate nei pressi della propria sede di lavoro. Il dispositivo rileverà la presenza della bicicletta e le date di utilizzo.
  8. Infine, è oramai improcastinabile il blocco delle auto Euro 3 nella cinta muraria del centro storico e nel centro nevralgico della città.

Ad integrazione delle proposte generali, alcune delle quali obiettivamente applicabili con costi contenuti per la collettività, passiamo adesso a quelle specifiche nei quartieri individuati:

Le applicazioni scaricabili sul cellulare potrebbero essere sperimentalmente offerte ai diportisti ed agli ospiti delle strutture ricettive, per quanto riguarda le segnalazioni, le informazioni sulla mobilità e gli orari di apertura ed ubicazione degli uffici pubblici.

Area comune di coworking potrebbe essere pensata e delimitata in una nuova struttura nell’ex mercato ittico o a piano terra degli ex alloggi popolari, con immediatamente sopra l’asilo.

Lo stesso recupero degli alloggi potrà essere pensato con fioriere e tetto verde.

Tralasciando adesso i cardini essenziali per una c.s. si noti come i tre quartieri soffrano l’assoluta mancanza di verde pubblico inteso come parchi e giardini si dovrà procedere all’utilizzo della lama (o meglio di quello che di essa rimane), per creare un parco naturale (e non una villa intesa come quella comunale o Unità d’Italia).

Questa volta una nuova pista ciclabile, protetta dal parcheggio selvaggio partirà dallo spiazzo antistante il mercato ittico, permettendo chi la imbocchi di percorrere, senza soluzione di continuità, l’intera litoranea di levante sino oltre le grotte di Ripalta.

A proposito della litoranea a levante, sforzi e progetti devono essere tesi alla salvaguardia della zona c.d. umida al Pantano e la realizzazione di tutte le opere che consentano nuovamente la balneazione, ove vietata, con controllo rigoroso degli scarichi, dei depositi inquinanti scaricati sulla battigia  e degli scarichi indiscriminati di immondizia e scarti di diverse lavorazioni, che incontrollati continuano e proliferano.

Si dovrà recuperare, rendere nuovamente pedonabile e possibilmente anche ciclabile, il sentiero che dalla ex Bi-Marmi arriva sino sopra le grotte di Ripalta, prevedendo espropri per aree di pic-nic ed incentivando iniziative private volte ad un’offerta ricettiva assolutamente sostenibile e non invasiva (es alberghi diffusi) allocata in modo da non stravolgere panorama , paesaggio e specie naturali (si sappia che proprio la zona del Pantano, fa ancora parte di un corridoio di migrazione dell’airone).

Si avvii un processo costante, finalizzato al riconoscimento dell’Area Marina Protetta di Ripalta, unico vero residuo polmone verde della città ed imperdibile occasione di sviluppo sia turistico che della piccola-media pesca di qualità.

In ultimo si dia immediatamente il via al recupero di Orto Schinosa, alla pulizia radicale del sito a rischio idrogeologico, per il quale Legambiente stessa ha richiesto l’accesso ufficiale onde verificare la possibilità di realizzazione di un progetto con LEGAMBIENTE ITALIA che ne prevede la riplantumazione autoctona e la gestione del verde per vent’anni, senza aggravio di spese per la collettività.

LEGAMBIENTE Circolo di Bisceglie

Il Presidente

Alessandro Michele Di Gregorio

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