Rifiuti, da Camassa ai giorni nostri: tutto quello che non vi è stato mai raccontato
Primo step: l’aggiudicazione gara “Camassa”: prima classificata per qualità del progetto, con il massimo punteggio ottenuto dall’offerta presentata.
Secondo step: interviene la rescissione del contratto prima per interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura, e contemporaneamente il Comune, insieme con il Dirigente Rup dell’epoca, ingegnere Di Bari, avvia la procedura di recissione per “gravi inadempienze contrattuali”.
Il progetto risulta impraticabile perchè non è “tarato” realmente al fabbisogno dei servizi, ma presumibilmente redatto al solo scopo di vincere sui diretti concorrenti.
Terzo step: interviene, nel dicembre del 2016, la richiesta del Comune di Bisceglie per l’ingresso di “Ambiente 2.0”, seconda classificata, obbligata a seguire lo stesso progetto Camassa, come per Legge, vincitore della gara.
Nonostante l’azienda intervenga in un progetto non suo, dagli stessi organi di stampa e dai comunicati diffusi dal Comune nelle figure dei Sindaci (prima Spina, oggi Fata) si loda la buona produttività riferita al costante raggiugimento del 65% di raccolta differenziata, che ha evitato il pagamento dell’ecotassa per i cittadini biscegliesi nell’anno in corso.
Inoltre, ha eseguito pulizie esterne sul territorio e altre iniziative per migliorare le condizioni igieniche della città. Non vanno trascurate anche le maggiori risorse di operatori assunti per rendere possibile ed effiicace la realizzazione di questo articolato progetto (ammesso senza costi aggiuntivi per le casse comunali).
Ancora, i proventi per la raccolta differenziata a favore del Comune sono fortemente aumentati.
Quarto step: arrivando ai giorni nostri ciò che ormai è di dominio pubblico con “Sangalli” che ricorre al Tar, contestando il ritardato ingresso di una delle società che compongono il Consorzio Ambiente 2.0. Quindi, con il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (sezione Quinta) che si è pronunciato definitivamente sull’appello presentato da “Ambiente 2.0”, il 25 gennaio scorso, «condannando il Consorzio al pagamento delle spese di giudizio a favore dell’Impresa Sangalli Giancarlo & C. S.r.l. liquidandole in complessivi €. 5.000,00 oltre accessori di legge, mentre le compensa nei confronti del Comune di Bisceglie».
A questo punto sono evidenti alcune cosiderazioni: la gara è stata valutata con la migliore offerta di Camassa.
Come mai si è arrivati ad aggiudicare alla terza classificata che dovrà necessariamente pure lei svolgere lo stesso servizio (eseguire lo stesso progetto di Camassa)?
Viste le vicende in corso (numerosi ricorsi tra i quali potrebbe aggiungersi anche quello della quarta classificata, la Tecneco), chi si assumerà la responsabilità di ogni atto amministrativo? L’indirizzo politico? Gli organi dirigenti?
Durante una fase di campagna elettorale (e subito dopo seguita un’altra campagna elettorale, quella per le elezioni Amministrativa), si è messo in conto il disagio di eventuali azioni frettolose che potrebbero sfociare in disservizi per la città? Chi si assumerà la responsabilità davanti ai cittadini di possibili ripercussioni economiche causate dalle alternanze delle aziende? Gli uffici dirigenziali e legali del Comune, stanno verificando?
In attesa si vedranno delle belle. E, nel mentre, prepariamo una “radiografia” di questa nuova azienda che subentrerà, da sottoporre ai nostri lettori. Una “radiografia” che, vi preannunciamo, non sarà molto gradita agli amanti della legalità e della trasparenza.
(segue)
Maurizio Rana