Anticorruzione, la proposta: «Concorsi al Comune con parenti di politici assunti, si faccia una commissione d’inchiesta»

Tutti i Comuni per legge hanno l’obbligo di adottare un piano per la prevenzione della corruzione. Si tratta di misure per limitare il rischio che i politici o i dirigenti pubblici locali orientino gli atti della pubblica amministrazione per gli interessi di chi paga o offre altre utilità in cambio di benefici privati.

Anche il Comune di Bisceglie sta adempiendo a questa prescrizione normativa e lo fa rivolgendosi alla cittadinanza per chiedere suggerimenti e proposte in merito. Tra le altre proposte, è arrivata anche una da parte di Pasquale Caprioli, cittadino che spesso segnala sui social e sulla stampa locale alcune distorsioni della guida amministrativa in città.

L’argomento è spinoso ma anche di stretta attualità locale, visti gli ultimi avvenimenti: le assunzioni e i concorsi pubblici.

«Da una mia personale indagine sommaria, eseguita sulle assunzioni interinali, a chiamata diretta ed a seguito di concorso pubblico -scrive Caprioli-, effettuate dall’ente comunale nell’ultimo decennio e forse anche prima, si evince che quasi la totalità delle assunzioni riguarda soggetti che sono stati candidati in prima persona a sostegno dei vari candidati alla carica di Sindaco; in misura minore provengono da parentele dirette di assessori in carica e decaduti; sindaci in carica e decaduti; dirigenti e dipendenti comunali in carica ed in quiescenza; magistrati; politici sia nazionali che locali. Ho notato anche che le commissioni concorsuali sono composte quasi sempre dagli stessi dirigenti comunali».

Fatte queste considerazioni, Pasquale Caprioli propone di «eseguire una modifica dello statuto comunale per istituire una commissione di inchiesta che valuti i fatti da me esposti e renda pubbliche le conclusioni; di dichiarare permanente la commissione con cadenza di convocazione triennale; di deliberare che le commissioni d’esame per concorsi pubblici vengano istituite con membri esterni alla Regione Puglia e che all’interno di esse vi siano n. 1 professionista locale estratto a sorte e n. 5 cittadini osservatori silenti, estratti dall’elenco scrutatori in vigore alla data di insediamento della commissione d’esame».

Il Segretario generale del Comune di Bisceglie, Antonella Fiore, ha dato un riscontro alle proposte formulate da Caprioli. C’è un sostanziale accoglimento anche se non c’è alcun cenno alla commissione di inchiesta. Due proposte già recepite sono frutto di osservazioni mosse dallo stesso Caprioli due anni fa. Di seguito il testo della lettera del segretario.

«Nel ringraziarla per il contributo alla stesura dell’aggiornamento al Piano Anticorruzione in particolare in relazione alle assunzioni di personale Le comunico che a seguito di osservazioni già pervenute nell’anno 2017 nel piano anticorruzione 2017/2019 (e la misura è stata riportata nel presente piano) è stata prevista “la integrazione/modificazione del regolamento per le procedure concorsuali che, fermo restando gli obblighi di astensione già previsti da specifici obblighi di legge (L. 190/2012 art. 6 L. 241/90 e art. 51 cpc codifichi prassi già in uso nell’Ente e cioè:
che i componenti esterni siano sorteggiati tra rose di nomi espressi da ordini professionali, università o altri organismi terzi
che i componenti non abbiano in corso (eccetto i componenti interni) alcun rapporto lavorativo o professionale con il Comune nè alcuna relazione di parentela amicizia o frequentazione abituale con amministratori e dirigenti
che i nomi dei componenti e le loro dichiarazioni di assenza e incompatibilità conflitto di interessi ed altre situazioni di impedimento siano oggetto di pubblicazione con possibilità per candidati alla procedura o cittadini di segnalare eventuali situazioni da sottoporre a valutazione del rpct”.

Si è accolto nel piano 2019-2021 il Suo ulteriore suggerimento di nominare 5 osservatori silenti cittadini all’interno dell’albo degli scrutatori aggiornato, che possano assistere agli esami orali, mentre si è previsto la possibilità di richiedere l’intervento delle forze dell’ordine in funzione di vigilanza nell’espletamento delle prove scritte».

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