Pasqua al mio paese (Ieri. E oggi?)
Si passa dall’inverno a primavera;
il giorno dà la luce fino a sera;
gli uccelli cinguettando fanno il nido
e sfidano i germogli il freddo infido.
L’Uomo, che di Dio è creatura,
sta dentro a questa festa di Natura
allor che in fondo in fondo al proprio cuore
racchiude pace, gioia e vero Amore.
In questi giorni si usa al mio paese
vestirsi a festa e fare tante spese
per prepararsi al Santo Venerdì,
il giorno dell’Incontro che è così.
Si incontrano Gesù e l’Addolorata:
il simulacro della Madre Amata
s’inclina lentamente verso il figlio
e il viso bacia di sangue vermiglio.
Dal popolo che avanza a passo mesto
Si leva l’emozione al divin gesto:
piange la gente e tante grazie implora
a Cristo da sua Madre, a noi Signora.
Si attua poi la tradizione usata
ché il giovane va in cerca dell’amata *
tra tanta gente che si dà convegno
in mezzo al Palazzuolo con contegno.
Domenica è gran festa di campane,
auguri, uova, agnelli e marzapane,
ciambelle, pasta al forno e la Colomba
perché Gesù è risorto dalla tomba.
Poi viene il Lunedì della Pasquetta:
si va tra i fiori e l’erba in bicicletta,
tra canti, giochi, frizzi ed allegria.
È chiaro che l’inverno è andato via.
Volgiamo questo scritto ora al passato:
Era così, quest’anno non è stato
per colpa del covìd tutto è bloccato:
l’Incontro, la sorpresa e il cioccolato.
Famiglie in casa in modo surreale;
di gente infetta è pieno l’ospedale;
chiuse le scuole, ferme son le imprese
e prive di fedeli son le chiese.
Quest’anno tutto è andato storto.
L’Italia in molte case ha avuto il morto.
C’è pure il dubbio che Cristo sia risorto.
Nessuno in verità se n’è accorto.
Ma tutto passerà, sono sicuro:
Pasqua vera sarà l’anno venturo,
risorgerà il Cristo nelle chiese,
la vita tornerà nel mio paese
Nicola Gallo
* Riferimento alla raccomandazione del proverbio biscegliese: “Nan t’accattò u ciucce u mèse de Másce, / nan te trevò la zéte u Vènèrdìa Sènde” (Come i somari a maggio tornavano ben pasciuti dal pascolo murgese, così le ragazze il venerdì santo si agghindano con l’abito nuovo e potrebbe apparire come in realtà non sono)