Fase-2, l’appello del dentista: «Triplicate misure di sicurezza. Se rimandate i controlli, non riusciremo più a gestire le emergenze»

«È ora che torniate a sorridere. In tutta sicurezza e senza rimandare a domani. Il vostro dentista di fiducia, statene certi, vi è vicino».
A fronte dell’ultimo studio sull’impatto della pandemia di Covid 19 sull’utilizzo dei servizi di emergenza odontoiatrica, la dott.ssa Antonia Francesca Preziosa, odontoiatra di Bisceglie, interviene per fare chiarezza sulle pratiche dentistiche nella fase-2.
Si stima che durante la fase acuta dell’epidemia, il numero di accessi ai servizi dentistici d’urgenza si sia ridotto di quasi il 40%¹. Le prestazioni differibili, come stabilito dall’accordo tra Ministero e Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, sono state invece ridotte a zero. La paura del contagio, potrebbe in questi mesi aver spento diversi sorrisi.
«Non conosciamo ancora i potenziali danni biologici di questa pandemia per la salute orale –spiega la dott.ssa Preziosa– ma è certo che, se i pazienti non riprenderanno a frequentare gli studi dentistici con regolarità e nel rispetto di alcuni semplici principi, presto potremmo avere un boom di richieste emergenziali mai sperimentato prima e non riuscire a gestirlo».
Andare dal dentista, del resto, non è mai stato così sicuro. Se durante il lockdown: «ci siamo occupati in studio solo delle emergenze, per evitare di affollare gli ospedali», ora le strutture odontoiatriche hanno adottato standard che azzerano il rischio di trasmissione di infezione in ambito odontoiatrico. Per garantire la salute del paziente, ma anche di medici, assistenti e collaboratori, igienizzazioni e sanificazioni sono diventate maniacali. Le misure di sicurezza sono invece state triplicate.
«Trattiamo ogni paziente come se fosse potenzialmente contagioso. Nel nostro studio abbiamo attivato un triage telefonico e ci accertiamo, sia al momento della prenotazione che in quello della conferma, che chi si sottopone ai trattamenti non sia entrato in contatto con persone infette o in quarantena nei 15 giorni precedenti. In studio si arriva con la mascherina, da soli. Nel caso di minori, i genitori restano in sala d’attesa, dove comunque vengono rispettate le distanze minime di sicurezza. All’ingresso, dopo il controllo della temperatura e del livello di saturazione dell’ossigeno –quest’ultimo opportuno nel caso di anziani– ci si disinfetta le mani, si indossano calzari e cuffiette monouso. Prima dell’ingresso in sala operativa, il paziente è inoltre tenuto a firmare un questionario in cui dichiara, ancora una volta, di non essere affetto da Covid-19 e non aver avuto frequentato persone contagiate. Gli oggetti personali vengono inoltre riposti in busta chiusa, in modo da non venire a contatto con gli ambienti dello studio. La mascherina viene tolta solamente una volta entrati in sala operativa».
Il protocollo emanato dal Ministero della Salute² prevede anche l’utilizzo di dispositivi aggiuntivi da parte del personale (mascherine, camice monouso, cuffie, visiere e occhiali), oltre che aerazione e sanificazione degli ambienti, degli strumenti e degli aspiratori, che, entrando a contatto con la bocca del paziente, espongono di più al rischio di contagio. «E questo –ci tiene a precisare la dott.ssa Preziosa– senza incidenza alcuna sul costo dei trattamenti».
Anche il numero degli appuntamenti è stato ridotto e così sarà per il futuro.
«Cercheremo, da ora in poi, di concentrare i trattamenti sul singolo paziente, affinché possa raggiungere lo studio il minor numero di volte possibile. Se non vi trascurerete, vi atterrete alla puntualità e alle poche semplici regole che abbiamo dovuto introdurre per la vostra sicurezza, #andràtuttobene!».
Serena Ferrara
¹H. Guo, Y. Zhou, X. Liu, J. Tan The impact of the COVID-19 epidemic on the utilization of emergency dental services – J Dent Sci (2020)
²http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2917_allegato.pdf

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