Dott. Fontana: qualche noiosa considerazione sulla situazione sanitaria che stiamo vivendo

Qualche considerazione un po’ noiosa sulla situazione sanitaria che stiamo vivendo. Non è il momento di parlare della gestione in sé dell’emergenza sanitaria di cui forse scriverò in un altro momento, ma mi pare il caso di sottolineare il grande disorientamento se non paura di ammalarsi, non della Covid 19 di cui temiamo certamente, ma di altre malattie. Se dovesse capitarci un incidente? Un problema acuto?

La necessità di un intervento chirurgico? Cosa succederebbe. Perché siamo arrivati a questo punto? Un discorso molto lungo e complesso che vorrei riassumere in pochi concetti, specie pensando che queste emergenze colpiscono tutti, ma le risposte sono diverse in varie nazioni. Noi siamo in un gruppo di nazioni come la Spagna, la Grecia, la Gran Bretagna, alcune nazioni del Nord Europa. Come mai? E le altre nazioni? Certo hanno anche loro l’emergenza della Covid 19, ma possono meglio di noi fare fronte a tutte le altre malattie. Se oggi muoiono da 500 a 700 persone causate dalla Covid 19 in Italia molte altre muoiono per tumori o infarti o altre ancora in Italia specie in regioni meno attrezzate dal punto di vista sanitario. Le risposte molto sintetiche sono queste: in Italia il numero di posti letto ospedalieri a disposizione dei cittadini è circa il 3 ogni mille abitanti, in Puglia anche meno. Una quota di questi sono gestiti da privati. In Germania sono più di 8 per mille, in Austria oltre i 7, in Francia 6,5, insomma l’Italia è tra le nazioni in ultima fila in Europa.

È stato sempre così? No, non è stato sempre così. Gli ospedali avevano una dotazione di posti letto, fino agli anni Ottanta-Novanta abbastanza ragionevole, poi c’è stata una ventata iconoclastica contro gli ospedali. Perché? Erano luoghi dove i pazienti non dovevano essere curati perché dovevano essere curati sul territorio. Certo nessuno ha piacere di stare in ospedale, ma vorrebbe essere curato stando a casa, laddove la sua intimità è conservata, gli affetti possono compensare almeno in parte il dolore e altro ancora. Il problema vero è che tutto questo deve rispondere a un principio: il progresso della scienza e della tecnologia devono ridurre i ricoveri ospedalieri e la loro durata, non le politiche iconoclastiche dei ministri del tesoro o dei presidenti del Consiglio influenzati da scuole economicistiche che hanno fatto dei principi mercantili i loro dogmi.

Insomma lentamente si è deciso di tagliare sempre di più, vantando un effetto di risparmio ed immediato compenso del territorio più nelle intenzioni che nei fatti perché gli imprenditori sanno che la catena di montaggio è più economica di un prodotto artigianale. Sorgono dei dubbi su cui non so esprimermi: volevano privatizzare il più possibile la sanità, dando lustro e lucro ad assicurazioni private, imprenditori privati, far venir meno il principio universalistico del servizio nazionale per lasciare il passo a banche, e finanze? Non so. C’era una cupola che decideva? E chi lo sa? Io non lo so. Una accelerazione forsennata è cominciata col governo Monti, taglio di 30.000 posti letto, così i governi successivi. Si voleva copiare altri sistemi sanitari? Gli USA, un disastro per chi non ha danaro e non proprio un modello quando si tratta di controllare le epidemie come vediamo con la Covid 19? La Gran Bretagna di cui abbiamo copiato il sistema Beveridge e che abbiamo seguito passo passo nel declino sempre più grande della sua assistenza sanitaria? La Svezia e Danimarca con pochi ospedali perché la popolazione è molto diffusa su grandi distese? Con noi sono state Spagna e Grecia con politiche di restringimenti e tagli.

Adesso scopriamo che da noi se uno ha una malattia diversa, magari anche con la Covid 19 rischia molto. Come è successo? L’abbiamo voluto noi, abbiamo distrutto un sistema in nome di chi? Quale santone ha stabilito che le malattie non devono essere curate in ospedale, ma casa? Ricordiamoci poi che a volte si creano le tempeste perfette. Fine anni Novanta il presidente D’Alema, rincorrendo quella che definiva “costola della sinistra” e oggi definita “fascio leghista” ovvero la Lega, ha dato la stura alla creazione di 20 sistemi sanitari nazionali. Ognuno fa quel che vuole, quel che può e quello che sa fare. Alcuni sono proprio asini. Adesso ci accorgiamo che le file sono lunghe, che non ci si può ricoverare e via dicendo. Peché non sono solo fuggiti i posti letto, ma anche i medici e gli infermieri che li accudivano, ma questo è solo un piccolo sunto perché potremmo scrivere a lungo, e io non voglio annoiare quei quattro lettori di questo scritto.

DOTT. TOMMASO FONTANA

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