Femminicidio di Sonia Di Maggio: il comunicato del Gruppo Giovani 063 di Amnesty International di Bisceglie

È di ieri la notizia del femminicidio di Sonia di Maggio, giovane 29enne accoltellata a morte mentre
passeggiava con il suo fidanzato a Minervino di Lecce. Sin da subito, i primi sospetti si sono rivolti nei confronti
del suo ex fidanzato, confermati a seguito del suo arresto, poco meno di 24 ore dopo il brutale omicidio.
Come Amnesty International da anni denunciamo che il fenomeno della violenza nei confronti delle donne, che
porta a conseguenze spesso disastrose, come la morte, conta numeri preoccupanti. In Italia, negli ultimi anni, il
numero di donne uccise per mano di un uomo non tende a diminuire: oltre 100 ogni anno. Nel 2020, sono state
91 le vittime di femminicidio, con una media di una donna uccisa ogni tre giorni. In circa la metà dei casi, il
colpevole è un partner o ex partner mentre solo in circostanze rare si tratta di una persona sconosciuta alla
donna. Nello stesso anno, le richieste di aiuto ai centri antiviolenza sono raddoppiate.
Di fronte al numero esorbitante di femminicidi compiuti nel nostro paese, che sono sintomatici di una situazione
sistemica di violenza nei confronti delle donne, lo stato ha il dovere di garantire una protezione efficace e
assoluta alle donne che trovano il coraggio di ribellarsi a persecuzioni e violenze. Non stupisce infatti che tante
vittime rinuncino perfino a denunciare i propri aguzzini, vista la sostanziale inutilità del gesto
Chiediamo innanzitutto che vengano portate avanti politiche di prevenzione e sensibilizzazione sulle tematiche
di genere, per promuovere una visione non stereotipata dei ruoli di genere. Solo attraverso un cambiamento
culturale è possibile smantellare l’idea di possesso che molti uomini hanno delle proprie partner e evitare che
ciò che è accaduto a Sonia e tante altre donne, capiti nuovamente.

Alessandra Salerno

Responsabile Gruppo Giovani 063 Amnesty International di Bisceglie

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