Socio della masseria San Felice di Bisceglie riaccende i riflettori sull’ex Pm Savasta
Una tangente da 350mila euro chiesta a un imprenditore di Barletta per evitargli guai giudiziari: ruota attorno a questa ipotesi una nuova inchiesta della Procura di Lecce che coinvolge l’ex pm di Trani Antonio Savasta, già condannato per corruzione in atti giudiziari a 10 anni e agli arresti domiciliari da due anni. Il grande accusatore questa volta non si chiama Flavio D’Introno ma Giuseppe Di Miccoli, titolare di una serie di aziende che producevano abbigliamento e che dell’ex magistrato era stato socio nella masseria San Felice di Bisceglie. Di Miccoli in dieci anni ha inondato la Procura di Lecce e il Csm di esposti, nei quali rivelava l’esistenza di legami tra magistrati in servizio negli uffici giudiziari di Trani, avvocati, professionisti e anche esponenti delle forze dell’ordine. Dalle denunce erano nati processi, uno solo dei quali concluso con condanna di Savasta a due mesi per falso, gli altri finiti con assoluzioni o archiviazioni.
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