Raccolta rifiuti, la periferia sud di Bisceglie diventa zona agricola. Disagio per i residenti
Spiacevole sorpresa per i residenti nell’estrema periferia di Bisceglie all’uscita dalla città per andare in direzione Molfetta. Un avviso dell’azienda che gestisce la raccolta dei rifiuti comunica che dovranno recarsi presso l’isola ecologica di Lama di Macina per conferire i rifiuti differenziati. Il disagio causato da questa decisione è nelle parole di Pasquale Consiglio che ha scritto alla redazione. Di seguito il testo.
ABUSO D’UFFICIO O INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO?
Chi ha la residenza su via Imbriani, nei pressi della Casa della Missione, pur essendo la zona completamente urbanizzata in quanto servita da tutte le utenze di acqua, fogna, luce, gas, telefono e raccolta dei rifiuti, sabato 8 maggio si è ritrovato, dietro la porta o cancello di casa, un bell’avviso intestato “Città di Bisceglie” – Energetika Ambiente – Pianeta Ambiente in cui, come si legge nella foto che allego, si comunica che a partire dal 24 maggio 2021 la sua abitazione verrà considerata “zona di raccolta delle utenze agro” e, pertanto, il conferimento dei rifiuti dovrà avvenire OBBLIGATORIAMENTE UTILIZZANDO L’ISOLA POSIZIONATA IN VIA LAMA DI MACINA, APERTA H24, 7 GIORNI SU 7.
Come definire questa decisione unilaterale? Abuso d’ufficio? Interruzione di pubblico servizio? La decisione ritengo che sia alquanto grave in quanto l’avviso non contempla che l’utente possa essere una persona anziana oppure non munita di automobile. In questi casi come deve raggiungere via Lama di Macina con in suoi rifiuti? Nemmeno i mezzi pubblici, ammesso che ci si possa salire con i sacchetti di immondizia, raggiungono via Lama di Macina. Né è prevista per questi casi una soluzione alternativa.
Ma il fatto più grave è sicuramente la mancata previsione di una decurtazione della TARI (di almeno il 90%!) per il servizio “porta a porta” che non viene più fornito e per i disagi che questa decisione comporterà.
Penso che il Sindaco e l’Assessore all’Igiene dovrebbero rivedere la decisione. È inaccettabile che piovano dall’alto queste decisioni che espongono l’utente a disagi. Ma sicuramente è inaccettabile il principio che, a parità di costi (intorno ai 400 euro!), si possa peggiorare il servizio o, come nel caso, addirittura ad eliminarlo!
PASQUALE CONSIGLIO