Storie di discriminazione e di omotransfobia, le racconta Antonia Monopoli
Nella Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia celebratasi ieri, si sono narrate storie di ordinaria discriminazione. Come quella che ha subito in numerose circostanze Antonia Monopoli, biscegliese residente a Milano, attivista, scrittrice e responsabile dello sportello trans di Ala Milano Onlus.
«La storia di Antonia parte da Bisceglie, in Puglia, dove lei è nata col nome di Antonio -scrive The World News che riprende un servizio di Fanpage.it-. La sua è una storia di consapevolezza e lungimiranza, che l’ha portata dall’essere un bimbo timido a cui i medici raccomandavano manicomi e lobotomie, al percorso di transizione a Milano. Qui diventa attivista e aiuta le persone in strada, lei che la prostituzione l’ha conosciuta da vicino. “Lo stigma della transessualità e della prostituzione esiste ancora, è innegabile. Nel concreto, però, oggi per le transgender italiane è davvero l’ultima spiaggia per la sopravvivenza quella, perché ora cercano di attivarsi tramite i servizi del territorio. Chiedono aiuto, percepiscono il reddito di cittadinanza, cercano in tutti i modi di non scegliere la prostituzione”. Per una persona transgender, in Italia, fare carriera è difficile. Se non impossibile. Quando in un colloquio un datore di lavoro ha un candidato transessuale, è un candidato da scartare. C’è una barriera all’ingresso che è difficile oltrepassare».
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