DJ Aniceto: «Le risse in discoteche causate anche dalle Serie Tv viste durante il lockdown»
“Quando succedono disgrazie simili ma soprattutto quando i giovani rischiano la vita forse per il troppo alcol o per uno sguardo in più, tutti abbiamo le nostre colpe, dai genitori allo Stato”. Lo dice Dj Aniceto, commentando le tre liti avvenute sabato sera: una in discoteca a Bisceglie (Bari), un’altra fuori da un discopub a Aulla (Massa-Carrara), che hanno visto il ferimento a coltellate di due giovani, e una terza nel bresciano dove, dopo un incidente, è stato aggredito un 32enne.
“Il divertimento non è più quello di una volta – afferma il dj, fra i più impegnati nel sociale, esperto di new generation e già membro della ‘Consulta nazionale degli esperti ed operatori’ per il dipartimento per le politiche antidroga a Palazzo Chigi – Molti giovani pensano che non ci si diverta più se non ci si ubriaca, se non ci si sballa, se non si gira armati. I ragazzi di oggi sono malati di protagonismo, sono influenzati dalle tv, e lo status symbol da esibire fieramente alla propria ragazza o al branco può essere una riga di cocaina, un coltello, una pistola, un tirapugni”.
“E’ una generazione a cui piace sfiorare il pericolo ogni giorno e la pandemia ha acuito tutto ciò, creando confusione e cibando i ragazzi in lockdown di violentissime serie tv. Ci vorrebbe un maggiore controllo da parte degli editori delle varie piattaforme streaming e leggi adeguate ma in questo periodo di coronavirus e di grossa crisi, chiedere una maggiore attenzione verso il mondo e i luoghi che frequentano i giovanissimi è come chiedere una riduzione delle tasse. Sono state appena riaperte le discoteche ed anche se il proprietario volesse selezionare la clientela (non basta il green pass per dividere il buono dal cattivo) – conclude – si vedrebbe caricato da tante di quelle querele per discriminazione che tra le due sicuramente preferirebbe essere chiuso dal questore. Poi non serve a niente chiudere una discoteca se non si cambia la testa delle persone”.