Successo per Giovanni Capitolo 8 al Politeama
È andato in scena lunedì 30 maggio, presso il Teatro Politeama di Bisceglie, lo spettacolo di teatrodanza “Giovanni Capitolo 8” (Un volto di una donna tra le mani di Dio). La rappresentazione è stata scritta e diretta da Vito Martinelli, e ha messo in scena una delle pagine più belle del Vangelo di Giovanni: l’incontro di Gesù con l’adultera, narrato nel capitolo ottavo del Quarto Vangelo. Tra gli interpreti: Luciano Riccardi, Elvira Ferrante, Pia Ferrante e Nicole Cascarano. Il corpo di ballo è stato composto da venti ballerini, professionisti, le cui coreografie sono state firmate da Mirko Guglielmi.
La poetessa biscegliese Graziella De Cillis così ha recensito l’evento: «Assistere allo spettacolo teatrale di Vito Martinelli è un pugno nello stomaco, uno schiaffo in pieno viso, realtà fra passato e presente nel ristretto spazio di un palcoscenico, talvolta troppo piccolo per contenerlo completamente. Trasporre il bellissimo passo del Vangelo di Giovanni, l’incontro di Gesù con la Maddalena già di per sé di una potenza devastante, adattarlo ad un pubblico di oltre duemila anni più emancipato, è di un coraggio senza paragoni. Il suo punto di forza sta nel ritrarre tempi pur diversi, ma con discriminazioni inalterate, sempre le stesse. La donna vista come fonte di peccato, mezzo di alterazione psicologica dell’uomo, capro espiatorio di ogni male. Quello no, non cambia. La potenza scenica dei protagonisti dà allo spettacolo un ruolo di denuncia, la consapevolezza di una realtà che è ancora nostra. Tutto rende vivo le scarne scene, soprattutto la presenza di un corpo di ballo, energia pura che scorre in ogni parte in cui è presente. Maria Maddalena racchiude in sé la donna vittima dell’uomo e del potere, ma anche l’innocenza fanciulla che la vita non le ha rubato. L’immagine di Cristo che prepotentemente irrompe dal retro della platea, raggiunge il palcoscenico sfolgorante e, folgorato dall’immagine della donna indifesa fra le voci di condanna, ci rimanda all’idea che non tutto è perduto, che ci si può redimere, Dio lo ha fatto tramite suo Figlio. Serve coraggio, serve crederci. Dalla condanna della Maddalena alla condanna del Cristo il passo è breve. Il dolore per entrambi investe lo spettatore in modo lancinante. Ma nulla è più imponente della Resurrezione, la rinascita, della rivalsa del bene sul peccato. Nulla che il teatro, in particolare quest’opera, non possa donarci. Per riflettere e migliorare».