“La scuola distrutta” di Stefano d’Errico allo Sporting Club di Bisceglie

Lunedì 24 ottobre dalle 18:30, presso la sala convegni dello Sporting Club (Strada del Carro, 98) a Bisceglie, si terrà la presentazione del libro dal titolo La scuola distrutta. Trent’anni di svalutazione sistematica dell’educazione pubblica e del Paese (ed. Mimesis, 2019), scritto da Stefano d’Errico. A moderare l’incontro con l’autore sarà la dott.ssa Enza Martina, e prenderanno parte all’iniziativa il Presidente dello Sporting Club avv. Antonio Belsito, il prof. Saverio Mongelli, già Preside; il rag. Vincenzo Valente, l’ins. Francesca Preziosa, la dott.ssa Raffaella di Lena e la prof.ssa Antonella De Silvio.

L’incontro letterario si colloca nell’ambito del cartellone “Cultura e Sport” a cura del circolo biscegliese ed è rivolto al personale docente e non docente di tutte le scuole di ogni ordine e grado della Città, ai genitori componenti il Consiglio di Circolo, ai genitori rappresentanti di classe e alle comunità parrocchiali ed educative.

L’evento è espressione delle parole di R. Baden-Powell in The wolf Cub’s handbook (1916): «Ho trovato, per esperienza, che diciotto ragazzi è il numero massimo di cui mi sono potuto occupare individualmente… Naturalmente potreste insegnare esercizi di tipo militare a centoventiquattro, ma non educarli». L’accesso è libero e gratuito.

Il volume – Dalla “carta dei servizi” dell’industriale Lombardi (Ministro nel 1995), con lo studente-cliente e le lettere anonime per valutare gli insegnanti, tutto è diventato “normale”. Normale, con Berlinguer, pareggiare lacune in matematica con “crediti” in educazione motoria, la Gelmini che s’inventa un “tunnel dei neutrini” dall’Aquila alla Svizzera e la Fedeli, diplomata con un titolo triennale. Legittimo valutare gli studenti con quiz che trasformano la battaglia di Azio nella “battaglia di Anzio” o che i genitori aggrediscano gli insegnanti senza venir denunciati. Che il Ministero neghi i dati sul burn out e contra legem non faccia prevenzione, mentre faccia valutare i docenti da presidi mai formati o valutati e vieti gli scioperi più che nelle unità coronariche. Giacché per l’istruzione investono meno di noi solo Slovacchia, Romania e Bulgaria, con l’80% degli istituti fuori-norma sulla sicurezza e l’obbligo più basso d’Europa, si punta sul liceo scientifico a quattro anni e senza il latino. Un terzo degli insegnanti di sostegno non è specializzato. Il codice deontologico dell’istruzione pubblica è stato scritto da un cardinale. S’impedisce solo ai sindacati di base il diritto di assemblea durante le elezioni per la rappresentatività e s’impone a tutti i pensionati l’iscrizione ai sindacati di partito. Una riforma chiamata “Buona Scuola” demansiona abilitati per latino e greco a far supplenze nelle primarie, e destina un professore di matematica dove ne serve uno di lettere. I docenti sono relegati nel pubblico impiego ove gli “aumenti” contrattuali non possono superare l’inflazione “programmata”, retribuiti al livello più basso della UE e la metà dei coreani. Così è stata distrutta la scuola. Introduzione di Pino Aprile.

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