Il Consiglio Comunale adotta il Pug, ma molti consiglieri e lo stesso Angarano scappano dall’Aula: «Siamo in conflitto di interessi»
Da oggi Bisceglie ha un nuovo Piano urbanistico generale. E’ stato approvato in Consiglio Comunale nella seduta di giovedì 12 gennaio. Il Sindaco dichiara che si tratta di «uno strumento urbanistico moderno che possa garantire uno sviluppo armonico di Bisceglie», ma “le carte” di questo atto erano state preparate nel 2016, come si è lasciato sfuggire un consigliere comunale della maggioranza durante un suo intervento. Quindi, proprio “fresco” l’atto non è…
I consiglieri di opposizione hanno rimarcato il fatto che un gran numero dei membri della maggioranza, Sindaco compreso, hanno abbandonato l’Aula al momento della discussione e della votazione del punto, perchè «in conflitto di interessi».
Wikipedia spiega che «Il conflitto di interessi è una condizione giuridica che si verifica quando viene affidata un’alta responsabilità decisionale a un soggetto che ha interessi personali o professionali in contrasto con l’ imparzialità richiesta da tale responsabilità, che può venire meno a causa degli interessi in causa»; ovvero che la persona interessata, contribuendo con il suo voto all’approvazione di un atto, può beneficiarne (soprattutto economicamente), perché il documento che si adotta procura un vantaggio.
«Sono inammissibili le critiche in Aula dell’opposizione -dichiara Angarano- che ha accusato strumentalmente Sindaco e maggioranza per il semplice fatto di aver rispettato le regole, dichiarando la propria incompatibilità, come previsto dal Testo Unico Enti Locali”, puntualizza il Primo Cittadino di Bisceglie. “È opportuno ricordare a tutti che l’articolo 78 comma 2 del Tuel stabilisce che ‘Gli amministratori devono astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado. L’obbligo di astensione non si applica ai provvedimenti normativi o di carattere generale, quali i piani urbanistici, se non nei casi in cui sussista una correlazione immediata e diretta fra il contenuto della deliberazione e specifici interessi dell’amministratore o di parenti o affini fino al quarto grado’. Ebbene, la maggioranza, ancora una volta, ha agito con senso di responsabilità, trasparenza e nel pieno rispetto delle norme, non mettendo a rischio di ricorsi e denunce un provvedimento così importante per la Città. Paradossale, irresponsabile e inconcepibile politicamente, invece, è la condotta di chi ha preso parte alla discussione sul punto, non lesinando come al solito offese e calunnie, e poi non ha nemmeno preso parte alla votazione».