L’esempio di Giovanni Falcone nel combattere la mafia, insegnando alle giovani generazioni, il coraggio di lottare per la legalità
Il movimento “Bisceglie Illuminata” e i ragazzi della Federazione giovanile di Roma Intangibile ricordano il magistrato Giovanni Falcone, la giudice Francesca Morvillo (sua moglie) e gli agenti della scorta, vittime di attentato di stampo mafioso, nel giorno della loro scomparsa, rinnovando l’impegno delle giovani generazioni a lottare insieme per la GIUSTIZIA e la LEGALITA’.
Tra le pagine più buie della storia del nostro Paese, annoveriamo, le stragi di Capaci e via D’Amelio. Si tratta dei luoghi dove persero la vita i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Le terribili esplosioni, arrivarono all’indomani del più grande attacco a Cosa Nostra mai condotto in Italia: un maxi-processo conclusosi nel 1987 con 360 condanne.
La mafia scelse di ucciderli, con la violenza più feroce, nella miope convinzione che eliminando loro sarebbe riuscita a tornare padrona assoluta del campo, obbligando lo Stato a ritirarsi.
Abbiamo pensato di ricordare il magistrato attraverso le sue stesse parole rivolte proprio ai più giovani, egli, infatti è stato oltre che un grande uomo di Stato, anche un EDUCATORE al rispetto delle istituzioni, all’onestà, alla giustizia, alla legalità.
Condivido una celebre frase di incoraggiamento del Giudice Giovanni Falcone:
La mafia non è affatto invincibile; è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine. Spero solo che la fine della mafia non coincida con la fine dell’uomo”.