I Comuni non sanno come comportarsi con i cittadini che entrano in Puglia
“Un chiarimento urgente circa gli adempimenti tesi ad evitare contagi, in capo ai cittadini che fanno ingresso in Puglia, provenienti dai territori di tutte le altre regioni italiane, o dall’estero, che intendono rientrare e soggiornare continuativamente in Puglia, nel proprio domicilio, abitazione o residenza”. Lo chiede il presidente dell’Anci Puglia (associazione dei comuni italiani) Domenico Vitto alla Regione sottolineando “lo stato di apprensione dei sindaci”.
Ieri è arrivata una sollecitazione di un Comune del leccese. Sempre ieri il capo dell’Avvocatura regionale Rossana Lanza, a seguito di alcuni articoli di stampa, aveva precisato le motivazioni per le quali non si è potuta prorogare l’ordinanza 182 del 14 marzo 2020 del presidente Michele Emiliano sulle ‘misure per il contrasto e il contenimento sul territorio regionale del diffondersi del virus Covid-19’.
Le previsioni, che regolavano l’ipotesi di spostamento per fare ingresso in Puglia da altre regioni, al fine di rientrare e soggiornare continuativamente nel proprio domicilio abitazione o residenza, non sono state reiterate, ”perché chiaramente superate” dai successivi Decreti della presidenza del consiglio dei ministri ”che dettano misure più restrittive e non consentono più alle persone fisiche di spostarsi per rientrare nel proprio domicilio abitazione o residenza”.
Peraltro, i rapporti tra le disposizioni del Governo e le ordinanze dei Presidenti di regione ”sono stati ridefiniti – aveva precisato Lanza – con l’entrata in vigore del decreto legislativo 19/2020 che ha riservato al Governo l’attuazione delle misure di contenimento prevedendo che sia il Presidente del Consiglio l’organo competente ad adottare le misure, in modo uniforme o differenziato, con riferimento all’intero territorio nazionale o di alcune specifiche regioni. Le Regioni possono introdurre misure urgenti ulteriormente restrittive rispetto a quelle vigenti ex Dpcm, in relazione a specifiche situazioni sopravvenute di aggravamento del rischio sanitario verificatesi nel territorio regionale o in una parte di esso e, comunque, con efficacia limitata sino all’adozione dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri.Quindi, anche sotto tale profilo, giammai avrebbe potuto essere prorogato un provvedimento che nei presupposti e nei contenuti riguardava fattispecie (rientro) non più disciplinata (anzi vietata) dalle sopravvenute disposizioni governative”.