Ferito in discoteca, Prefettura: «Da oggi controlli più severi nei luoghi di intrattenimento dei giovani»
E’ in corso “un’intensa e concreta attività investigativa” dei carabinieri sull’accoltellamento di un 26enne avvenuto domenica notte nella discoteca Df di Bisceglie e sulla struttura l’attività di verifica sulle condizioni di sicurezza “sarà intransigente e rigorosa”.
E’ quanto stabilito dal comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica che si è riunito ieri presso la Prefettura di Barletta. Durante il vertice si è deciso di pianificare “una meticolosa ed intensa azione di contrasto” nei locali di intrattenimento maggiormente frequentati e la Prefettura “è in procinto di varare un’iniziativa con le associazioni di categoria per rafforzare le misure sul rispetto delle condizioni di sicurezza all’interno delle strutture”. “Questo ulteriore episodio di violenza verificatosi sul territorio – è detto in una nota della Prefettura – ripropone ancora una volta la necessità di prevenire e contrastare ogni forma di devianza giovanile attraverso iniziative di formazione ed informazione rivolte alle famiglie ed agli studenti, con l’apporto di tutte le componenti socio-economico-istituzionali del territorio (Regione Puglia, Provincia, Comuni, Asl, mondo della scuola ed associazionismo)”.
Nei prossimi giorni partirà proprio da Bisceglie un tour di presentazione del progetto “Testimoni di Legalità Attiva”, promosso dalla Prefettura d’intesa con l’Ufficio Scolastico Regionale e rivolto agli studenti, che si propone di stimolare i giovani e il mondo della scuola invitandoli a gareggiare con elaborati sulla legalità. I gestori della discoteca Df in una nota esprimono “profondo sconforto per lo sconvolgente episodio” e si dicono “sollevati dall’apprendere che le condizioni di salute” del ferito “sono migliorate ed è in via di guarigione”. Auspicano che l’autore “venga individuato il prima possibile e punito in maniera esemplare”, magari “con un Daspo urbano a vita”. “Sin da ora – concludono – ci riserviamo di costituirci parte civile nei confronti del responsabile”. Ma i gestori dimenticano che il reato penale sul quale i Carabinieri indagano è quello di “tentato omicidio” e per il quale crimine la Legge prevede il carcere fino a 14 anni.