A Bisceglie vietato morire: decine e decine di bare attendono sepoltura e tumulazione. La Magistratura apra un’inchiesta

Esplode l’emergenza sanitaria al cimitero di Bisceglie.

In questi giorni la situazione della carenza dei loculi e di terreni per la sepoltura è diventata insostenibile. Il caldo torrido e la mancanza dei loculi rendono ormai pericolosa e fuori legge la situazione sanitaria al cimitero di Bisceglie.

Una ventina di bare sono accatastate nella sala autoptica e nella sala riconoscimento ormai strapiene. Altre bare cominciano ad essere accatastate nella chiesa del cimitero, dove non potranno probabilmente essere più celebrate messe con la contemporanea presenza di bare accatastate per ovvio rispetto delle norme sanitarie che impongono particolari cautele per evitare danni alla salute, con rigide regole che impongono rigorose tecniche per la zingatura e per l’immediata tumulazione.

Intanto, dei nuovi loculi non c’è traccia e non si intravedono spiragli per la loro costruzione, mentre per i loculi prefabbricati sarà difficile una loro realizzazione prima di ottobre.

Il Sindaco chiuderà il cimitero durante le torride giornate dei prossimi mesi estivi, che potrebbero portare a temperature altissime e al pericolo di esplosione delle bare insepolte, o si troverà una soluzione con qualche accorgimento tecnico e qualche escamotage autorizzativo prefettizio o comunale per derogare alle norme sanitarie e di Polizia mortuaria?

I “consigli” che, timidamente, vengono dati ai parenti dei defunti dagli “addetti ai lavori” sono quelli di ricorrere alla cremazione delle salme, ove fossero d’accordo.

Se si considera che quotidianamente a Bisceglie muoiono dai 2 ai 4 concittadini, nel breve giro di pochi mesi ci potremmo ritrovare con centinaia di bare accatastate e in attesa di sepoltura nelle varie stanze cimiteriali. Sembra che in questi giorni l’unico dipendente del Comune addetto al Cimitero non sia in servizio a causa delle legittime ferie.

Il 9 gennaio scorso, per un fatto analogo verificatosi a Palermo, la Magistratura ha aperto un’inchiesta e in Tribunale è finito anche il Sindaco della città con l’accusa di omissione di atti d’ufficio.  Mentre già nel 2020, sempre a Palermo finì agli arresti domiciliari il direttore del camposanto con l’accusa di corruzione e concussione. Lo scorso settembre la Procura della città siciliana ha chiesto il rinvio a giudizio per altre dieci persone.

MAURIZIO RANA

 

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