Anche nell’analisi del voto il Sud è denigrato!
Mentre le segreterie dei partiti stanno decidendo come muoversi in vista della formazione del nuovo governo, stampa e televisioni del Nord Italia hanno iniziato le grandi manovre per portare acqua al mulino delle esigenze del settentrione. Sono cominciate le denigrazioni del voto meridionale. Il successo del Movimento 5 stelle è interpretato prevalentemente in chiave assistenziale, con riferimento al reddito di cittadinanza, dipinto come un’elargizione di denaro sic et simpliciter, senza spiegarne limiti e requisiti per averne diritto. I meridionali sono descritti come scansafatiche alla ricerca di uno Stato che garantisca loro un reddito anche senza lavoro.
Nessuno è sfiorato dall’idea che un’analisi del voto in senso separatista è un’offesa sia all’unità nazionale (concetto che al Nord non ha ancora attecchito) che all’intelligenza degli elettori. Inoltre, al Nord in molti non hanno ancora compreso – o preferiscono recitare questa parte – che occorre iniziare ad uscire dai luoghi comuni, perché c’è un Sud dinamico, con imprenditori che si sono affermati a livello internazionale, che ci sono giovani con idee innovative e all’avanguardia, che vogliono soltanto uno Stato che incoraggi anziché frenare le iniziative; che c’è una piccola e media industria che è soffocata da una fiscalità insostenibile tanto quanto le imprese del Nord.
Invece, si preferisce la strada della divisione nazionale, del mettere il Nord in contrapposizione al Sud, del solito egoismo nordista che mira a svilire le esigenze meridionali. E il Sud rischia di essere il serbatoio di voti che ha consentito alla Lega di essere il primo partito della coalizione ed ora … non serve più. Se dovesse avvenire questo voltafaccia, i meridionali dovrebbero solo incolpare se stessi per aver creduto alle favole di un padano che ha chiesto di governare anche per riscattare il Sud dal clientelismo e dalla malavita organizzata che, finora, hanno inquinato la rappresentanza politica.
Nella trasmissione televisiva “Dalla vostra parte” del 7 marzo scorso (su Rete 4, Mediaset!) il conduttore Belpietro faceva acrobazie linguistiche per far sostenere ai suoi interlocutori la tesi del successo del M5S dovuto esclusivamente alla garanzia dell’assistenzialismo statale. Un atteggiamento poco consono alla sua stessa professionalità, che faceva pensare a direttive piovute dall’alto per orientare l’opinione pubblica verso un auspicabile governo a trazione nordista.
Quando finirà questa commedia? Il Sud non cerca assistenza ma pretende soltanto di essere trattato alla stessa stregua delle regioni del Nord. Pretende di ricevere la stessa attenzione, le stesse risorse, la stessa qualità di servizi e di infrastrutture. E invece gli stanziamenti in favore del Nord si chiamano investimenti, quelli da dirottare al Sud sono sprechi o, nella migliore delle ipotesi, risorse sottratte al Nord che li farebbe fruttare meglio.
E’ uno scenario preoccupante che si sta delineando per i destini del Sud. Possiamo solo augurarci che, alla fine, prevalga il rispetto della volontà popolare che, da Nord a Sud, dopo aver chiesto discontinuità con il passato, ora si aspetta un governo sostenuto da una maggioranza capace di mettere da parte reazioni infantili o ripicche personali e lavori per la crescita e lo sviluppo dell’intera Nazione e non solo di una sua parte.
Pasquale Consiglio