Emergenza rifiuti, il M5S dice la sua sul “tavolo tecnico”

Il tavolo tecnico sull’emergenza rifiuti, richiesto a gran voce dal Movimento 5 Stelle, si è svolto con una discreta partecipazione di cittadini e rappresentanti di associazioni e forze politiche. Il MoVimento, tramite il proprio Portavoce Enzo Amendolagine e alcuni attivisti,  ha provato a ribadire le proprie proposte  alcune delle quali di imminente applicazione, altre di taglio più strutturale e programmatico.

Di parole, sulla questione, nel recente passato se ne son dette forse troppe. E i fatti hanno visto degenerare una situazione già precaria. Se si fosse intervenuto per tempo sanzionando il fenomeno dell’abbandono e dei roghi di rifiuti e non lasciando zone intere della città senza controllo, oggi forse non saremmo in piena emergenza.

Abbiamo ascoltato ancora una volta durante il confronto chi afferma che è mancata la corretta informazione sull’uso dei mastelli. Se tale tesi poteva essere plausibile all’inizio del servizio, a distanza di venti mesi dall’estensione del servizio di raccolta porta a porta all’intera città, questa analisi non è più accettabile! Si è rimarcato che il problema del corretto deposito dei rifiuti dipenda dall’età avanzata di molti cittadini, i quali avrebbero difficoltà motorie nel maneggiare i mastelli. Ma se così fosse, ci chiediamo: avrebbero energia a sufficienza per recarsi a chilometri di distanza dal centro per abbandonare ed accatastare rifiuti nelle periferie?

È evidente che il fenomeno è da addebitare essenzialmente a tre fattori:

1.       I limiti culturali legati alla grettezza o alle perplessità nell’accettare i cambiamenti.

2.       La mancanza di applicazione di tutte le specifiche di servizio previste nel capitolato tecnico da parte della società deputata a svolgere il servizio di raccolta.

3.       La presenza a quanto pare di evasori che, non censiti, continuano impuniti a non conferire i rifiuti legalmente. Sempre considerando doverosa la costante presenza delle forze dell’ordine deputate al controllo del territorio durante le prime ore del conferimento serale.

Appare chiaro quindi che serve lo sforzo congiunto di tutti i soggetti interessati per uscire dalla crisi: i cittadini, l’azienda fornitrice del servizio di raccolta, l’Amministrazione Comunale.

La posizione del Movimento è da tempo nota: il cittadino deve essere “premiato” per il suo senso civico. E per far ciò la “tariffazione puntuale” approvata in Consiglio Comunale è il primo passo verso la strategia “Rifiuti Zero”. Bisogna indurre il cittadino a differenziare tutto, così che produca un quantitativo di indifferenziato ridotto ai minimi termini. Così come deve essere chiaro a tutti quale pena pecuniaria spetta a chi differenzia male o conferisce in orari sbagliati.

Un caso esemplare di malagestione del deposito di rifiuti è quello che si verifica all’interno dell’area cimiteriale. Cosa si produce essenzialmente al cimitero come rifiuto? Tanto materiale organico di origine vegetale. Poca plastica, poca carta, pochissimo indifferenziato. Ci aspetteremmo quindi dei contenitori con volumetrie funzionali alle tipologie di rifiuti prodotti. Niente di tutto ciò: come visibile in foto allegata, vi è la presenza di bidoni che addirittura annoverano la carta e le bottiglie tra gli indifferenziati. E i contenitori per l’organico? Che messaggio lanciamo ai cittadini se gli stessi contenitori li spingono ad un deposito indiscriminato?

Auspichiamo quanto prima che questa anarchia finisca, che si riparta da un “momento zero”. Che i “zozzoni” vengano perseguiti duramente, che i portoni non siano invasi da buste dal contenuto misterioso. Che si differenzi correttamente e che vengano adoperati i mastelli o i carrellati in base a quanto previsto in ogni quartiere. Che ci sia controllo a campione delle strade e che vengano incrociati dati per censire tutti gli utenti TARI. Infine l’Amministrazione predisponga e renda noto un regolamento che disciplini il servizio di deposito e raccolta, con sanzioni chiare per chi non si attenga alle regole.

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