Zes: tutti speciali, nessuno speciale
Nel flusso di notizie che riguardano Bisceglie, capita di intercettarne qualcuna che viene dalle città vicine e che suscita interesse per avere qualche analogia con quanto ascoltato poco tempo prima.
Anche il Comune di Trani ha annunciato che si candiderà a vedersi riconosciuta come Zes (Zona Economica Speciale). La stessa cosa che avevano annunciato giorni fa dal Comune di Bisceglie per Bisceglie. La battuta viene facile: se saranno in tanti a diventare speciali, non ci sarà più niente di speciale.
Le candidature di Bisceglie e Trani (e forse anche di altri Comuni pugliesi) arrivano come seconda opportunità offerta dalla Regione Puglia per allargare i perimetri delle Zes già riconosciute che sono: la Zes interregionale dell’Area Ionica, che si estende dalla provincia di Taranto fino alla Basilicata; la Zes Adriatica connessa ai porti di Manfredonia, Barletta, Bari, Monopoli e Brindisi e agli snodi logistici degli aeroporti di Bari, Brindisi e Foggia. Quest’ultima è quella a cui potrebbero collegarsi Bisceglie e Trani. Infatti il 18 luglio scorso è stato pubblicato un nuovo bando regionale che mette a disposizione altri 260 ettari di Zes. I 90 giorni di tempo per presentare progetti sono scaduti da poco.
La Zes prevede una serie di agevolazioni fiscali e semplificazioni burocratiche e amministrative per gli investimenti produttivi e per le imprese già presenti. Il Governo nazionale nel primo decreto a riguardo pubblicato a gennaio del 2018, ha previsto il riconoscimento di un credito d’imposta sino a 50 milioni di euro per ciascun progetto di investimento in queste aree. La Regione Puglia poi da parte sua ha previsto di aggiungere ulteriori agevolazioni quali: l’esenzione IRAP, l’esonero IMU per i proprietari degli immobili ricadenti nelle aree ZES, l’esonero della TASI per i possessori e detentori, a qualunque titolo, di immobili nelle medesime aree, l’esclusione di addizionali comunali TASI e l’esenzione dalle spese istruttorie connesse alla realizzazione degli interventi in queste aree.
È un peccato che città come Bisceglie e Trani siano state dimenticate nella prima perimetrazione, è un bene che abbiano l’opportunità di inserirsi. Ma la scelta per le imprese di eventuali investimenti sul territorio che creino occupazione, riguarda aree molto più vaste e Bisceglie (se insieme a Trani otterrà questo riconoscimento) sarà un Comune che offrirà le stesse opportunità di quelli vicini. Niente a che vedere insomma, con quello che portò anni fa alcune imprese biscegliesi a realizzare i propri insediamenti nella zona Asi di Molfetta a poche centinaia di metri dal confine di Bisceglie dove fa ancora bella mostra di sè una fitta fila di pali della luce che servono a illuminare il nulla di quella che viene ancora definita con tanta benevolenza “la zona industriale di Bisceglie”.
Foto: Roberto Rigante