Coronavirus, la psicologa Picucci con informazioni utili alla cittadinanza

Presentazione

Il telefono squilla più del solito ultimamente, e non sono solo le persone che seguo in Terapia a contattarmi, si tratta di familiari, conoscenti o anche sconosciuti che sanno di cosa mi occupo.

Mi chiamano per avere suggerimenti o anche solo incoraggiamenti per affrontare questo periodo provando a mantenere un equilibrio psichico. Le richieste sono tante e tali che ho pensato potesse essere utile fornire spunti, seppur di carattere generale, su come vivere al meglio questo momento di cosiddetta Crisi.

La parola “crisi”, forse non tutti lo sanno, oltre ad essere portatrice del suo connotato negativo di “momento difficile” richiama, nella sua origine greca, la parola “scelta” e “decisione”. La crisi rappresenta pericolo e opportunità. La crisi è la scelta che, volenti o nolenti, si è chiamati a fare. Del pericolo oggi siamo tutti consapevoli, le opportunità impareremo a leggerle, ognuno per sé stesso e nella propria vita.

Come psicoterapeuta, ho scelto di cogliere, in questo momento di crisi, l’opportunità di essere vicino, nonostante la distanza, a quanti avranno desiderio di leggere.

Cosa troverai in questa rubrica e come potrai contribuire.

Questa rubrica ha l’obiettivo di dare indicazioni, senza pretesa di universalità, su come vivere al meglio questo periodo legato all’epidemia del Coronavirus.

Nei vari appuntamenti di questa rubrica leggerete come gestire il tempo imposto, come colloquiare adeguatamente con la nostra mente quando entra nel loop dell’ansia, come apprendere semplici tecniche di ascolto dei pensieri e di rilassamento, come cogliere l’opportunità di riscoprire sé stessi, come far comprendere ai bambini questo periodo, come rendere più agevole la gestione di persone con disabilità e chissà, tanto altro ancora.

Mi ispirerò, per lo più, alle questioni che quotidianamente mi vengono poste e lì dove le mie conoscenze non mi permetteranno di esprimermi adeguatamente, c’è già un pool di esperti colleghi pronti a supportarmi in questo progetto di scrittura.

Da parte vostra potrete porre domande, richiedere chiarimenti o approfondimenti per voi stessi e per gli altri, consapevoli tutti che, come cita la ormai nota frase di incoraggiamento nazionale: “ANDRA’ TUTTO BENE”

 

 

 

Sto forse esagerando?

Tempo di lettura: 3 minuti

Una domanda che mi viene spesso posta è: Come faccio a capire se sto vivendo questo periodo con una sana preoccupazione o se sto scivolando verso uno stato di ansia eccessiva?

Partirei col dire che sperimentare sentimenti di ansia, nel particolare tempo che stiamo vivendo, è una esperienza tipica e attesa. L’epidemia portata dal Coronavirus (COVID-19) ha tutte le caratteristiche in grado di attivare la nostra ansia. E’ un fenomeno per lo più sconosciuto, inatteso ed imprevedibile che richiama ad una minaccia per la nostra salute e quella dei nostri cari. 

Per rispondere alla domanda è opportuno che vi faccia un piccolo preambolo sulla funzione dell’ansia che spero ci aiuterà a depurare questa parola del suo utilizzo comune in accezione quasi esclusivamente negativa. Per dirla brevemente, l’ansia è un complesso sistema di interazioni cognitive ed emotive, che genera alterazioni fisiologiche con l’obiettivo di proteggerci da una possibile minaccia. E’ un sistema arcaico che condividiamo in buona parte con gli animali. Tale dotazione, quindi, se contenuta entro certi limiti, assolve ad una importante funzione adattiva.

L’ansia ha dunque un risvolto funzionale quando ci consente di mettere in atto strategie in grado di proteggerci concretamente dalla minaccia, mentre assume connotati disfunzionali quando è dedicata quasi esclusivamente a rassicurarci piuttosto che a difenderci dal pericolo.

Per essere più chiara dirò che è grazie all’ansia, quella funzionale, se oggi siamo tutti più inclini a seguire le norme igieniche promosse dalla Ministero della Salute, se ci laviamo le mani più accuratamente, se scegliamo di prestare più attenzione all’igiene delle superfici domestiche. Questa ansia ci permette, sulla base di informazioni razionalmente fondate, di avere dei comportamenti protettivi per la nostra salute.

L’ansia, quella disfunzionale, può portare a comportamenti improduttivi che aumentano la probabilità di rischio E’ il caso delle lunghe code davanti ai supermercati a cui tutti abbiamo assistito, se non anche partecipato, nonostante le numerose rassicurazioni degli Organi competenti, circa la disponibilità, presente e futura, dei beni che ci accingevamo ad acquistare.

Quando la mente intraprende percorsi d’ansia disfunzionale tende ad entrare in un loop di pensieri fissi e rigidi che aumentano la percezione soggettiva di pericolo ingabbiandoci in un modus pensandi in cui vengono selettivamente depotenziate le argomentazioni razionali a vantaggio di quelle irrazionali ed emotive.

Come è facile intendere, la nostra mente può occasionalmente rimanere assorta in tale modalità anche se non abbiamo trascorsi riconducibili a problematiche correlate all’ansia. Tuttavia, le persone con tali pregressi potrebbero sentirsi particolarmente sopraffatte in questo periodo.

La mente in questi casi tende sistematicamente a sovrastimare il pericolo, cioè a sovrastimare gli effetti e le probabilità che la minaccia si manifesti e che colpisca esattamente noi. Inoltre, la tipica sensibilità all’incertezza, in parte evocata dall’epidemia, ma in larga parte incoraggiata da meccanismi cognitivi disfunzionali, porterebbe le persone con tratti ansiosi alla necessità di continui controlli.

Un esempio fra tutti il lavarsi compulsivamente e improrogabilmente le mani, che ha l’unico scopo di gestire l’ansia senza un vantaggio reale per la salute, anzi. Allo stesso modo, nel tentativo di mantenere un controllo, in larga parte emotivo più che fattuale, si potrebbe tendere a fare incetta di informazioni prestando scarsa attenzione all’autorevolezza della fonte. Vero anche il contrario, rifiutarsi di ascoltare le notizie per non sperimentare ansia, è un tipico meccanismo di evitamento che, come facilmente si può intendere, non assolve alla esigenza di rimanere informati per fronteggiare più adeguatamente il pericolo.

Il background cognitivo che abbiamo delineato dà l’avvio ad una serie di emozioni e comportamenti che non permettono di uscire dalla “modalità pericolo” lasciandoci in un assetto oltremodo difensivo e per questo maladattivo.

In definitiva siamo colti da un’ansia disfunzionale quando i nostri pensieri si fanno irrazionali e intrusivi, quando non aiutano a raggiungere i nostri scopi, e quando procurano reazioni emotive eccessive a tal punto da apparire ingestibili.

Quanto detto ci porta ad alcuni semplici indicazioni:

  • Attieniti ai fatti ovvero al pericolo oggettivo
  • Raccogli informazioni provenienti da canali di informazione accreditati
  • Evita la sovraesposizione e dedica all’ascolto delle notizie un paio di occasioni al giorno
  • Quando parli con i tuoi contatti sposta il focus comunicativo su temi differenti per evitare il passaggio di informazioni imprecise e l’eccessiva focalizzazione attentiva sul tema
  • Segui le norme igieniche previste attenendoti alle prescrizioni degli Organi competenti e non alla tua ansia.

Anticipazioni

Nel prossimo appuntamento approfondiremo i consigli utili da tenere a mente per gestire l’ansia e lo stress in questo periodo, provando a delineare le abitudini sane da conservare e coltivare e i comportamenti da evitare. Qualsiasi domanda di approfondimento potrà essere inviata a l.picucci@libero.it

Dott.ssa Luciana Picucci Ph.D.

Psicologa Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, Dottore di Ricerca in psicologia, Formatrice, Più volte docente presso corsi universitari e scuole di specializzazione. E’ autrice di pubblicazioni nazionali e internazionali. Svolge attività clinica individuale e di gruppo.

Sito web: https://lpicucci.wixsite.com/picucci/

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