7 Settembre 2020 – il rogo della Cultura biscegliese
Non è facile dire qualcosa di nuovo e originale sulla crisi politica che imprigiona l’amministrazione comunale di Bisceglie. Le cronache sono chiare, e adesso la crisi è lì, la vedono tutti, la vediamo nell’intervento fatto ieri dal sindaco: nessun sindaco al mondo avrebbe mai pronunciato parole così poco piacevoli nei confronti di associazioni sportive e non, la vediamo la crisi che oramai serpeggia in ogni dove, per le strade, nei negozi, nelle attività produttive, nelle famiglie. La vedono le opposizioni, la vedono i cittadini, la vede la stampa, la vedono le città viciniori lontane anni luce da noi in quanto più organizzate e più costruttive. E finalmente la vede e l’ammette anche qualche elemento della stessa maggioranza: quel che a tanti era chiaro già prima delle elezioni, quel che a molti è diventato evidente già solo pochi mesi dopo, ora non si può più nascondere.
Sia ben chiaro, Bisceglie va avanti lo stesso. Troppo forte la voglia dei suoi cittadini di lasciarsi dietro le spalle il grigiore costruito giorno dopo giorno da una amministrazione in fase di stallo; troppo forte l’impatto emotivo degli umori di una intera cittadinanza che sta subendo un fermo forzato.
La città è ferma su tutti i fronti: il sindaco e la maggioranza usciti vincenti dalle elezioni avevano alimentato sogni e speranze già altissime, pompando ulteriormente le aspettative e soffiando sulla brace dell’orgoglio biscegliese e che oggi è ferito più che mai da mancate promesse di posti di lavoro e di svolte che non ci sono state. Oggi un po’ tutti siamo convinti di vivere in una misera e buia periferia il cui panorama mostra solo tristezza,e desolazione per la mancanza di opere vere, di ordine pubblico, di pulizia.
Ma oggi alla città manca oggettivamente una guida, capace ed autorevole. Il 2020 fra qualche mese finirà e francamente l’anno che verrà erediterà problemi mai risolti o volutamente lasciati irrisolti. Questi due anni e mezzo di amministrazione svoltista danno ormai quasi fastidio ai biscegliesi, il sogno di svoltare chi lo sa per dove si sta trasformando in un incubo. Ma sono convinto che questa sia solo la misura delle aspettative deluse. Sono certo che al momento giusto, noi cittadini, noi soli tireremo fuori dal cilindro tutta la nostra capacità, per sfondare quella vetrata di una vetrina infrangibile che separa da un lato una amministrazione incapace ed inconcludente e dall’altra una popolazione che vive in dignitosa attesa di riallacciare con un passato fatto si di sacrifici, ma colmo di soddisfazioni per i traguardi conquistati. Quanto al Comune, quanto alla politica che siede alla guida della città, resta poco da dire: Virgilio nel III, 41 canto dell’Eneide, facendo parlare lo spirito di Polidoro, gli avrebbe fatto pronunciare la locuzione latina “Parce sepulto”, tradotta letteralmente, significa “abbi rispetto per il sepolto”.
Le opposizioni alla fine stanno ottenendo una vittoria morale quella del riconoscimento ufficiale della crisi che affligge la nostra città, dopo che la triste realtà è stata negata per troppi mesi. Tanto pressing finalmente, sta per ribaltare l’umore dell’opinione pubblica, e compattare la minoranza e popolazione. La maggioranza che invece è capace di portare avanti solo delibere che puntualmente vengono annullate e colate di cemento in una zona che dovrebbe essere messa sotto tutela ambientale sta per andare in crisi per perdita di autocontrollo e la performance del sindaco di ieri ne è una dimostrazione che speranze possono offrire alla città che aspetta politiche di ampio respiro?
La verità pare essere che si sta cercando il modo di mettere la parola fine, in maniera onorevole per tutti, a questa esperienza che non ha prodotto alcuna svolta se non l’impaludamento di una città. Si ha l’impressione che si cerchino vie di fuga rese impercorribili dalle scorie di una campagna elettorale in corso per le regionali che all’indomani delle elezioni ci riserverà sicuramente qualche grossa sorpresa dove certi orgogli feriti, dalle conseguenze delle discutibili scelte effettuate, dai compromessi raggiunti, lascerà sul campo gente boccheggiante e in preda a delirium tremens. E fintanto che le vie di fuga rimarranno impedite, chi continuerà ad avere le chiavi del palazzo, la città faticherà nell’andare incontro al suo futuro. Che solo ieri, con la svolta, sembrava qui, a portata di mano.
Attaccando le associazioni ed i contributi ad esse erogati, si ripudia una intera collettività che spera nell’associazionismo ed in quanto essa produce in terminidi aggregazione, cultura, immagine. Ieri si è colpito chi da anni si batte per sottrarre all’oblio, alla damnatio memorie, il nostro patrimonio culturale e noi cittadini sappiamo quanto questo patrimonio sia fragile, e necessiti di una cura e una manutenzione costanti. È la stessa manutenzione che si richiede alla nostra memoria. Una città che non ha rispetto per il suo passato può autocelebrarsi all’infinito, ma non potrà sfuggire a un destino di rovina.
PASQUALE STIPO