Protesta dei commercianti, Carriera (Confcommercio): si perdono fatturati e posti di lavoro
Oggi siamo qui, al Palazzuolo, numerosi, coraggiosi, pacati ma determinati, perché i Pubblici Esercizi, e tutto il popolo delle partite IVA, sono lavoratori che ogni giorno, in silenzio, si rimboccano le maniche.
Ma di fronte a questa tragedia la categoria “è a terra” economicamente. Il settore dei pubblici esercizi sta perdendo quest’anno cifre importanti di fatturato e di posti di lavoro con l’inevitabile cessazione di molte attività che chiuderanno definitivamente.
L’ulteriore imposizione della chiusura alle 18 sta accentuando il collasso del settore.
I Pubblici Esercizi sono la parte terminale della lunga filiera del cibo, la filiera agroalimentare, a cui ogni anno garantiscono acquisti per svariati miliardi di euro. Sono, insomma, una parte fondamentale dell’economia e dell’identità biscegliese anche perché popolano le nostre vie e le piazze della nostra città, dando vita, luce, socialità.
Comprendono e sono responsabili di fronte ad una tragica emergenza sanitaria, subiscono però da mesi la sconfortante definizione di attività “non essenziali” ogni volta in cui la situazione si complica.
Eppure, tutte le attività economiche sono essenziali quando producono reddito, occupazione, servizi.
E tutte le attività sono sicure se garantiscono le giuste regole e attuano i protocolli sanitari assegnati. E loro gli hanno applicati, accollandosi spesso costi importanti e responsabilità spinose.
Per questo, la categoria dei Pubblici Esercizi, più di altre “è a terra” moralmente.
Perché dopo quasi otto mesi dal primo lockdown – non vengono considerati alleati dell’ordine pubblico e non gli viene riconosciuto il loro valore sociale, ma si sentono usati ancora una volta come capro espiatorio di socialità per controlli che mancano e misure di organizzazione che fanno difetto.
Gli sfibra l’incertezza e gli demotiva l’instabilità, in un’insensata gara all’untore, e allora lo vogliono dire con forza: “Non siamo noi i responsabili della curva dei contagi. Noi non siamo il problema. Possiamo e vogliamo, invece, essere parte della soluzione.”
“La categoria è a terra”, ma non si arrende né ha intenzione di farlo. Lo dicono con il pensiero che va agli amici e colleghi hanno chiuso definitivamente e a quelli che hanno perso la voglia di vivere.
Oggi siamo in qui, nella piazza che caratterizza la nostra Bisceglie, per dire a tutti voi e a tutti noi che un’altra strada è possibile.
Ci vogliamo rialzare.
- Insieme, per quel senso di solidarietà che da sempre appartiene al nostro settore e che oggi attraversa le piazze di tutta Italia.
- Insieme, perché solo così si può sentire la voce di un piccolo bar, di un ristorante, di un locale amato dal quartiere nel vociare indistinto della pena e del panico.
- Insieme, con dignità. Con la mascherina e il distanziamento. Con il silenzio assordante di un settore che non ha più fiato ma ha ancora una voce: quella di Assolocali e di Confcommercio.
Il Governo ha preso giorni addietro, grazie anche all’impegno del nostro concittadino e Ministro della Repubblica, Francesco Boccia, provvedimenti importanti per garantire ristori e indennizzo per le perdite di fatturato.
Non vogliano essere disfattisti, apprezzano gli impegni espressi, ma dopo mesi di burocrazia esigono che arrivino non presto, ma subito.