Galizia in tema di “PNRR fondi al Sud e responsabilità degli enti locali”

Ieri si è svolta presso la Camera dei Deputati la presentazione da parte del premier Mario Draghi del Piano italiano per il Next generation, con il quale l’Italia si prepara a ricevere i fondi necessari a ripartire dopo la pandemia.
Sulla questione è intervenuta la parlamentare Francesca Galizia:
“Per la prima volta in tanti anni lo Stato italiano avrà un’occasione preziosa che gli consentirà di fare importanti investimenti, a condizione che siano fatti bene e che, dunque, comportino una reale crescita del Paese. Occorre una significativa capacità di spesa delle risorse e, quindi, organizzativa nella gestione di progetti, che dovranno focalizzarsi su sei grandi aree di intervento: transizione verde, trasformazione digitale, crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, coesione sociale e territoriale, salute e resilienza economica, sociale ed istituzionale, politiche per le nuove generazioni.
Il nostro Paese, come ben noto, è storicamente uno dei più grandi beneficiari dei fondi europei, peccato che la gran parte di questi (FESR, FSE, FEASR, etc.) siano andati persi a causa dell’incapacità di realizzazione progettuale e di spesa”, ricorda l’Onorevole.
“Stavolta dobbiamo fare meglio: per il Recovery Fund non possiamo permetterci scarse performance, specie perché l’effettiva erogazione di queste prodigiose risorse è condizionata al raggiungimento degli obiettivi legati agli interventi realizzati. Non vanno intesi, pertanto, come pioggia di fondi svincolati. Non facciamo l’errore di considerarli fondi strutturali dell’Ue: il Recovery Plan ha una condizionalità aggravata, legata al raggiungimento degli obiettivi economici di ciascun progetto, che può tradursi in una spinta a realizzare riforme di sistema”, dichiara la Deputata pentastellata. “Pensiamo per esempio ad una riforma che può rivelarsi strategica specie nel Sud Italia, quella della pubblica amministrazione, che dovrà necessariamente attrezzarsi di competenze e professionalità altamente qualificate e specializzate nella gestione dei progetti. E in tal senso le amministrazioni locali avranno un ruolo chiave, oltre che uno straordinario impegno (e quindi responsabilità) sul fronte organizzativo e gestionale dei progetti finanziati con le risorse del Recovery. Il governo per poter supportare le amministrazioni ha messo a disposizione degli enti locali una task force, ma centrale sarà la capacità di progettazione e di visione politica degli enti locali.
È, dunque, necessario aprirsi ad un dialogo inclusivo e costruttivo, che non sia approntato a sterile rivendicazionismo su punti percentuali in più. Forte si è fatto il dibattito sul 40% di fondi stanziati al Sud, cifra ritenuta insufficiente. Troppa confusione si sta facendo sui criteri stabiliti dalla Commissione per distribuire le risorse tra gli stati europei e sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, che non deve rispondere a quelle regole, ma deve avere un respiro nazionale e quindi guardare alla realizzazione delle missioni in un’ottica territoriale specifica per le diverse aree. Se a delle regole europee dobbiamo guardare sono quelle che impongono che i progetti debbano realizzare ricadute concrete sui territori, con un effettivo aumento del pil e dell’occupazione in una ottica di sostenibilità ambientale. Al sud non c’è un problema di quanto, ma di come si spendono le risorse.
Non è il momento di propagande. E’ il momento delle responsabilità politiche e amministrative, in un quadro di massima efficienza e trasparenza complessive nell’utilizzo delle risorse e nella realizzazione di progetti, che abbiano ricadute reali sui territori. Importante sarà mantenere una connessione costante tra le amministrazioni locali e i rappresentanti nazionali del territorio.
E’ il momento del coraggio e occorre fare una politica territoriale che sappia guardare alle proprie potenzialità e ai propri problemi con onestà, intelligenza e lungimiranza”, conclude la Galizia

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