L’Afghanistan
Credo che per l’Europa sia giunto il momento della verità.
Quello di trovare una voce e un’anima comune che le assegni un ruolo nel mondo. È questione di tempo, non molto, prima che il disastro dell’Afghanistan con i 5000 tagliagola. terroristi e delinquenti comuni liberati dalle carceri afghane a cui si aggiungeranno coloro che ammazzavano con colpi alla testa e lapidavano le donne, davanti ai loro familiari, nello stadio di Kabul, portino bombe e distruzione nel Mediterraneo.
Ricordate la furia iconoclasta che si abbatteva sui Buddha di Bamyan, patrimonio dell’umanità?
Per l’Europa è il momento della verità.
Prima che Erdogan ci chieda ancora miliardi di euro per trattenere i profughi, prima che l’Europa viva sotto perenne ricatto di questo e di quello.
Credo che Biden lo abbiate sentito tutti. L’Europa dovrà fare da sola, o quasi.
Sento parlare di creare corridoi umanitari verso l’Afghanistan.
È il minimo. Ci vuole di più. Solo una nostra comune presenza, ora, in quell’area, che operi nella difesa e nell’azione civile può essere l’unico modo per salvaguardare vite umane, le donne, i bambini dell’Afghanistan, i nostri figli, le nostre libertà, gli interessi vitali dell’Europa.
Chi controllerà che tutte le armi, tante armi, vendute o passate di mano in questi giorni non finiscano nelle mani sbagliate?
Qualcuno ha rimarcato l’esistenza di una diversa cultura, di una democrazia non esportabile, ma la segregazione femminile non è cultura, le bambine vendute, le donne come bottino di guerra, gli stupri, la flagellazione sono un crimine in ogni latitudine, non cultura.
Chi nel mondo avrà più fiducia di noi se li abbandoniamo al loro destino?
Cosa penseranno tutti coloro che si sono fidati di noi e che hanno creduto nei nostri valori di libertà, di pace e di cooperazione?
Ha detto la scrittrice Nadia Hashimi:”Quando le tv si spegneranno gli islamisti non avranno più ostacoli”. Non spegniamo quelle telecamere.
Chi più di noi, che abbiamo avuto figli della nostra terra che hanno perso in modo tragico la vita nel nome di quei valori universali, deve levare alta e forte la voce, affinché ci sentano?
Solo l’oblio è il male più grande per il popolo di quel martoriato Paese e per la gente dell’Europa. E una classe dirigente di ignavi e di balbettanti.
È il momento della responsabilità e della verità, occorre agire, ora, non andare via, prima che un male più grande si abbatta sulla vita di tutti noi.
Luigi Carlo Rocco