Figuraccia del Comune: per 30 euro riceve decreto ingiuntivo e pignoramento
Il Comune di Bisceglie, in una vicenda inverosimile, dimostra di essere sprecone e di tenere una condotta più che discutibile ai danni di una dipendente pubblica.
La storia ha dell’incredibile: nel 2021 una dipendente, diligentemente, a ridosso della scadenza della validità della firma digitale, comunica il fatto al Comune, e chiede di versare le somme dovute per il rinnovo. Si badi bene, il rinnovo è di vitale importanza per l’Ufficio, dato che lavora quasi esclusivamente con pec.
Ne nasce uno strano rimpallo di competenza tra la ripartizione Amministrativa e quella Finanziaria. La dipendente, per scrupolo (di certo non rientrante nelle proprie funzioni), anticipa le spese per il rinnovo del kit di firma digitale, pari ad euro 30,50.
Dopo l’adempimento chiede semplicemente il rimborso della spesa sostenuta. Continua lo strano rimpallo tra i dirigenti delle due ripartizioni ma nessuna delle due dispone il rimborso.
La dipendente, scocciata da tanto lassismo, decide di conferire incarico al proprio legale di fiducia per recuperare giudizialmente le somme.
L’avv. Libero Monterisi si adopera e invia una prima pec al Comune di Bisceglie. Il silenzio dell’Ente porta ad avviare una procedura per ottenere il decreto ingiuntivo e, successivamente, visto l’inadempimento, l’avvio dell’azione esecutiva con pignoramento presso terzi.
In buona sostanza il capriccio del Comune di Bisceglie comporta, per le casse cittadine, un esborso di circa 850,00 euro, quando sarebbe bastato pagarne solo 30,50.
Oltre che del primo cittadino, che ha permesso tutto questo, di chi è la responsabilità?
Complessivamente, ad oggi, le somme pignorate presso la tesoreria comunale a causa del malvezzo di cattivo pagatore del Comune di Bisceglie, ammontano a oltre un milione di euro. Che pagheremo noi cittadini. Si tratta di somme legate a spese legali, interessi moratori e imposte varie, causate da ritardi nel pagare somme dovute ai cittadini in virtù di sentenze di condanna del Comune.
Revisore dei conti e Corte dei Conti per ora tacciono. Ribadiamo: ma a pagare saranno solo i cittadini?
Maurizio Rana