Che fine ha fatto l’inchiesta della Procura sui rifiuti tossici della camorra in Puglia?

Era il mese di novembre del 2013.  La decisione fu presa  dopo le dichiarazioni del pentito Carmine Schiavone sui presunti rifiuti tossici smaltiti in Puglia negli anni Novanta. Il procuratore aggiunto Drago, in quella circostanza, affermò: «Non ci sono evidenze concrete, ma è doveroso dare una risposta sullo stato di salute della regione».

Ma non abbiamo mai saputo come si è conclusa l’indagine, a che punto si arenò, quali dati emersero dalle indagini.

Dichiarazioni che, all’epoca dei fatti,  dalla Procura di Lecce non apparvero attendibili: «“Non correremo dietro ai fantasmi – aveva detto ieri il procuratore di Lecce Cataldo Motta – Sono dichiarazioni che non hanno fondamento, troppo generiche e soprattutto prive di riscontri». Mentre  la Procura di Bari, pur dando ragione a Motta sull’assenza di “concrete evidenze”, decise di vederco chiaro: “Le dichiarazioni di Carmine Schiavone sullo sversamento di rifiuti pericolosi sul territorio pugliese, non trovano nessun tipo di riscontro. Sono datate, sono ‘de relato’, e non hanno trovato riscontro nelle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia che conoscevano bene il nostro territorio”, spiegò Drago.

Solo che da quel momento non si hanno più notizie.

 


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