Orto Schinosa, Pro Natura: arriva il monitoraggio della vegetazione
L’orto Schinosa, ultimo polmone verde della città, con il suo particolarissimo microclima, derivante dal fatto di trovarsi in una lama, circondato da edifici urbani, è il risultato di una flora spontanea, tipica della macchia mediterranea, ma in uno stato di estremo degrado, con alcune specie arboree invasive, come l’ailanto e la robinia, accompagnate da una fitta coltre di erbacce.
Oltre alle varie specie presenti, di origine autoctona mi interessa però sottolineare una particolare specie esotica, di origine asiatica, esclusivamente ornamentale, denominata “albero dei rosari” dal nome scientifico “Melia azedarach” (dal gr. ‘melia‘, frassino, data la somiglianza delle foglie con quelle del frassino). La particolare attenzione per questo albero, che può raggiungere altezze superiori a 10 m, sta nel fatto di essere particolarmente tossico; infatti tutte le parti della pianta contengono potenti neurotossine: il tetranortriterpene e la saponina, con una maggiore concentrazione nei frutti, detti drupe, dalle dimensioni di una biglia.
Questi frutti sono di colore giallo-oro, se mature (ottobre-novembre), e persistono per tutto il periodo invernale, pendendo dagli alberi (fig 2). Costituiscono una prelibatezza per l’avifauna, soprattutto per piccioni e pappagalli (di questi ultimi, è presente nella zona una piccola colonia della specie “Myiopsitta monachus” o parrocchetto monaco) che stanziano spesso sui rami. Una dose di 0,66 g di frutta per Kg può, però, essere letale per un mammifero adulto, con sintomi che vanno dal vomito, a sangue nelle feci, a dolori di stomaco, a paralisi cardiaca, fino a possibile morte nell’arco di un giorno. Questa forte tossicità rappresenta, pertanto, un rischio di occasionali avvelenamenti specie nei bambini, data la loro tipica imprudenza e curiosità. La denominazione di “albero dei rosari” deriva dal fatto che questi semi erano usati nella realizzazione dei rosari, prima dell’avvento delle materie plastiche. Ma quali sono i caratteri distintivi di questa pianta, per poterla facilmente riconoscere e quindi evitarla?
– La corteccia è bruno-grigiastra, solcata, sfaldata longitudinalmente con l’età, rossiccia nei rami giovani;
– la chioma è globosa, espansa (fig 1);
– le foglie sono composte, opposte, formate da 5-7 foglioline, a forma ovale o lanceolata, con margine dentellato o intero (fig 3);
– i fiori compaiono a maggio-giugno, sono ermafroditi , piccoli , molto fragranti ma evitate dagli insetti impollinatori per la presenza di principi attivi con proprietà simili agli insetticidi; sono riuniti in ampie infiorescenze a grappolo; – il frutto è formato da drupe sferiche, variabili da 0,8 a 2 cm, unite a grappolo e contenenti un nocciolo legnoso, forato all’apice, con 4-8 coste longitudinali (fig 4)