Le auto rubate nella nostra provincia? Vendute a pezzi sul web
La Bat è la seconda provincia italiana nella quale il fenomeno dei furti di auto raggiunge livelli preoccupanti. A fronte di una popolazione complessiva di poco meno di 400mila abitanti per le dieci città che la compongono i furti denunciati hanno raggiunto il tetto dei 2.297 casi, uno ogni 100 mila abitanti. I numeri riferiti al 2017 sono quelli del dipartimento d i Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, e di fatto fotografano unicamente i delitti denunciati alle forze di polizia. E se si pensa che al primo posto nella classifica italiana vi è la la provincia di Bari e che al terzo vi è quella di Foggia, il quadro rende più grave la situazione.
Questa fotografia è stata denunciata proprio ieri dal collega Luca Natile de “La Gazzetta del Mezzogiorno”.
«In tempi di crisi -scrive Natile-, sta rifiorendo il «mercato nero» dei ricambi di carrozzeria (cofani, paraurti), di meccanica (radiatori, ammortizzatori) ed accessori (catene, deflettori).
Finiscono in questa realtà parallela non solo le automobili rubate e poi «cannibalizzate» (smontate pezzo dopo pezzo) ma anche le cosiddette «parti del tutto», ossia singoli pezzi (ruote, cerchioni, parafanghi, specchietti retrovisori) smontati e portati via mentre il veicolo è parcheggiato. I furti «parziali» puntano soprattutto a preziose componenti interne all’abitacolo: navigatori satellitari, pneumatici, volanti multifunzione. L’Italia costituisce a livello europeo una delle maggiori fonti di approvvigionamento di vetture e pezzi di ricambio per il mercato nazionale o da trasportare fuori dai confini. Intorno al mercato dei pezzi di ricambio si sta sviluppando un vero e proprio racket delle auto cannibalizzate, vetture spogliate di ogni tipo di componente (dalle gomme al cruscotto, dal navigatore agli sportelli) e poi riassemblate in officine clandestine allestite in locali presi in fitto da prestanome. I componenti delle auto di grossa cilindrata – dicono gli esperti – sono in gran parte diretti al mercato straniero. Il mercato nero domestico predilige i veicoli di piccola-media gamma.
Sulla «piazza», insieme agli italiani lavorano soprattutto i clan sono albanesi, polacchi, moldavi, bulgari e rumeni. I profitti generati dal business dei furti sono in crescita e da una recente stima in Italia si attesta intorno ai 20 miliardi. Navigatori, volante multifunzione, airbag e leva del cambio automatico sono destinati al commercio fuori dai confini nazionali, mentre per il mercato italiano i componenti più rivenduti sono propulsori, scatole di cambio, centraline e parti della carrozzeria. Le marche più colpite? Bmw, Mercedes, Audi e Volkswagen, senza tralasciare veicoli più pop come Citroen, Fiat, Renault. Le aree metropolitane di Milano, Torino, Roma, Napoli e Bari sono le più colpite.
Il web sta rendendo la vendita illegale molto più rapida e difficile da controllare».