Caso Rackete, mons. Ricchiuti bacchetta i cattolici che applaudono e Salvini

Il biscegliese mons. Giovanni Ricchiuti, attuale presidente nazionale di Pax Christi e arcivescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva, attraverso le pagine del settimanale Famiglia Cristiana, torna a parlare della comandante Rackete.

 

 

«Sono indignato per come una priorità quale quella della persona umana e della vita umana possa essere barattata con questa continua ricerca di consenso elettorale. Ho visto una volontà perversa di chiudere a ogni tentativo di  dialogo, di umanità, di comprensione. Il fenomeno migratorio non può essere affrontato in questo modo», dichiara mons. Ricchiuti. Che, poi, fa il punto su quello che pensa delle ong:  «Non conosco il mondo delle ong, ma non capisco questo modo di trinciare giudizi  in questo modo violento. Li accusano di essere scafisti o aiutanti e collaboratori degli scafisti, io non ho la pretesa di sapere tutto , ma so solo che di fronte a una emergenza qual è quella della vita umana non c’è considerazione che tenga: bisogna salvare. In questo caso bisognava farli sbarcare. E poi dopo si sarebbero fatte le valutazioni e i discorsi più o meno politici, sovranisti, europeisti. Devo dire la verità: siamo stanchi di sentire questi ritornelli continui da voltastomaco».

 

Il biscegliese Presidente di Pax Christi non ha peli sulla lingua, quando gli si chiede di esprimersi in merito al gesto compiuto da Carola: «Per me la decisione di forzare il blocco, poiché lo scopo era di salvare queste persone, si inscrive nel solco della disobbedienza civile rispetto al decreto e della obbedienza alle leggi internazionali che anche l’Italia ha sottoscritto. Non vedo delinquenti e criminali. E si squalificano da soli quelli che l’hanno accolta con quei cori irripetibili e quelli che anche sui social la ingiuriano in modo così volgare. Tra quei leghisti che sono andati ad accogliere lo sbarco dei migranti e l’arresto di Carola scandendo slogan razzisti e sessisti spero che non ci fossero anche dei cattolici. Purtroppo temo di sì. Anche a loro vorrei dire che in nome di una umanità: perché bisognava essere contenti di un arresto? Quello era il livello di civiltà raggiunto dall’Italia? Non esito a dire che l’arresto, se fosse stato convalidato, sarebbe stato l’esito di una nazione, di una Italia profondamente incivile, di un Paese che noi pensavamo diverso».

 

Il prelato entra anche in giudizi politici, contro la Lega e contro Salvini: «Il Ministro dice che lo fa per gli italiani? Non condivido. E sicuramente io non sono tra quegli italiani di cui lui parla. Finiamola con questa storia. Con queste nostre paure, con questi nostri silenzi, piano piano sta montando una marea di disumanità mascherata ipocritamente dietro l’Europa. È tutta una sceneggiata che si ripete e ogni volta monta questa marea che ci sta rendendo, lo ripeto, disumani. Non sono tempi belli, ma è importante stare insieme, non disperderci, dire ai fratelli e alle sorelle che la pensano diversamente di tornare a riflettere sul Vangelo. Nel caso concreto, intanto devono sbarcare, essere accolti e poi si vedono le questioni politiche. Non si può stare 17 giorni in mare e inventarsi anche che se la spassavano. Ho visto i fotomontaggi, le fake news e mi chiedo: chi sta dietro a tutto questo? Possibile che un ministro dell’Interno possa agire da solo e andare avanti così senza un minimo di coscienza, senza ascoltare chi non la pensa come lui, senza una resipiscenza?».

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