Coronavirus, Boccia a Regioni: Impugnative immediate per chi aggira Dpcm
La seconda ondata della pandemia di coronavirus scompiglia le carte di nuovo nel rapporto tra le Regioni, i Comuni e il Governo. Dopo il guanto di sfida lanciato, per ultima dalla Sicilia, sulla chiusura di bar e ristoranti che potrebbe slittare, interviene il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, che ha trasmesso “la richiesta di impugnativa per i provvedimenti adottati” dal Trentino.
“Il medesimo provvedimento sarà attivato per tutte le Regioni e le Province Autonome che decideranno di aggirare le disposizioni del Dpcm”, è il richiamo del ministro dem. Ed è “in corso di valutazione” anche l’ordinanza della Provincia autonoma di Bolzano, mentre la Sardegna sta ragionando se e in che misura intervenire. Non finisce qui. Perché i sindaci di Milano, Giuseppe Sala, e di Napoli, Luigi de Magistris, dopo le parole di Walter Ricciardi sul paventato lockdown nelle due città, scrivono al ministro della Salute, Roberto Speranza, per avere delucidazioni. Mentre si va verso la chiusura delle scuole in Puglia, come annunciato dal governatore Michele Emiliano a SkyTg24. Insomma, nonostante la situazione sia al livello di allerta, il clima è tutt’altro che disteso. A lanciare la palla è stato anche il governatore siciliano. “Noi riteniamo di spostare l’orario di chiusura di bar e ristoranti alle 22 o alle 23”, le parole dettate da Musumeci da Tgcom24. Il nodo del contendere è il Dpcm che impone di abbassare le saracinesche per queste attività alle 18. “Quando il governo centrale dirà che bisognerà chiudere per 24 ore, noi allora non fiateremo”, il guanto di sfida dell’inquilino di Palazzo d’Orleans. Non ci è voluto molto, infatti. La replica di Boccia arriva a stretto giro: “Duole constatare, per alcune dichiarazioni pubbliche, la non completa consapevolezza della situazione sanitaria in Italia e duole ancor di più che non siano tenuti in dovuto conto i dati uniformi di rischio. Non fa eccezione” la Sicilia, che ha ipotizzato un ddl più ‘lassista’. “Se dovesse essere approvato, sarà immediatamente impugnato dal Governo”, rintuzza il ministro per gli Affari regionali. Che annuncia per domani alle 12 una riunione di coordinamento per la distribuzione alle Regioni di ulteriori materiali e ventilatori programmata dal commissario, Domenico Arcuri.
Ma poi non si nasconde: “Con l’aumento esponenziale di contagi e l’aumento delle vittime, rinnovo ancora una volta la richiesta di massima collaborazione”. Passando dalle Regioni ai Comuni, l’aria resta frizzante. Milano e Napoli non ci stanno e respingono al mittente l’idea di un lockdown locale. “Ci siamo sentiti con il sindaco di Napoli perché ieri il consulente del ministero della Salute, il professor Ricciardi, ha evocato il lockdown. Abbiamo scritto al ministro per chiedergli se quella è un’opinione del suo consulente o è un’opinione del ministero e, nel caso fosse un’opinione del ministero, se è basata su dati e informazioni che il ministero ha e noi non abbiamo”, le parole di Sala. Gli fa eco de Magistris: “È un momento difficile, decisioni difficili vanno prese insieme anche per salvaguardare la situazione che diventa sempre più esplosiva dal punto di vista sociale, economico e del lavoro. Credo che questo messaggio di unità tra le città di Napoli e Milano sia un bel segnale di unità per il nostro Paese”.