“10 DI FIORI “ di Vincenzo Rocco, prefazione di Pasquale Brescia, su Amazon
Ho letto “10 DI FIORI” di Vincenzo Rocco, prefazione di Pasquale Brescia appena pubblicato su Amazon. Non ne avevo avuto notizia, finché due giorni fa l’autore, in arte mio figlio, ha voluto rendermi partecipe di questa sua impresa, allorché, in forza della sua maggiore età, ha fatto tutto da sé. Ho voluto raccogliere la sfida.
Cosa dirvi, la storia l’ho letta tutta di un fiato. L’ambientazione è nella nostra città. Le atmosfere sono quelle. C’è il liceo, gli autobus, i caffè, la rigorosa dichiarazione che ogni riferimento a cose e persone è perfettamente casuale, e c’è questa sua storia fatta di quotidiano mistero e il suo stile, ed anche quello del suo amico, che l’ha accompagnato nella prefazione e credo in questa avventura. E come ogni buon osservatore esterno coinvolto, accetterò la rigorosa classificazione fatta da Amazon :”narrativa metafisica e visionaria”.
L’importante è capire dove si spinge la curiosità, dove vuole arrivare? A 19 anni ora 20 appena compiuti o ci vuole coraggio o incoscienza o la scrittura significa libertà. E’ una narrazione in presa diretta, vista con gli occhi dei ragazzi nati dopo il 2000, senza i cliché di come si pensa siano fatti, o senza quelle semplificazioni che ci accorgeremo, durante la lettura, essere inadeguate.
Una realtà vicina che ci si accorge di non conoscere o conoscere poco. Un altro mondo che ci viaggia accanto.
C’è una sorta di iniziazione alla crescita e alla consapevolezza, gli avvenimenti sono quasi un pretesto al messaggio di cui sono portatori, ed ogni rielaborazione è sempre successiva; percorsi all’apparenza lineari si aprono a scenari improvvisi e talvolta “incredibili”, a cui si finisce per credere e dare realtà.
C’è qualcosa nel testo che non ti aspetteresti, episodi che ti accompagnano a delle verità rivelate e scoperte in modo semplice, quasi naturale, a fronte di una narrazione che si immerge nel quotidiano e prova a volerne fuggire.
Certo c’è la fantasia, dei tocchi di preziosità, ma c’è turbolenza, apparizioni, inquietudine.
Questo strano segno dei fiori che compare ad intervalli regolari e poi nel momento in cui l’hai proprio dimenticato, è lì quasi a sfidarti, a segnalare il passaggio ad una fase nuova o agli incontri e alle prove che la vita riserva.
Se la perfezione stilistica si raggiunge forse con gli anni ciò che alla fine ti resta, credo sarà il piacere di voler continuare a leggere ancora.
Luigi Carlo Rocco