Tonno “avvelenato”: dopo gli otto casi di Bisceglie anche una famiglia (con un bambino) del brindisino in ospedale

Continua a crescere il numero dei casi segnalati in Puglia a causa di intossicazione alimentare da tonno prodotto presumibilmente a Bisceglie e consumato a tavola. Anche una famiglia del brindisino ha accusato gravi problemi respiratori in località Pezze di Greco (una frazione di Fasano). Giunta in ospedale, la famiglia è stata salvata in tempo grazie al tempestivo intervento dei medici del “Perrino” di Brindisi, che hanno utilizzato anche blu di metilene per bloccare gli effetti dell’avvelenamento, attribuita all’eccessiva presenza di nitrati all’interno del prodotto.

Tra i compenenti della famiglia colpita dall’intossicazione, vi sarebbe anche un bambino giunto in ospedale in stato cianotico, ma ora fuori pericolo grazie al tempestivo trattamento sanitario al quale è stato sottoposto.

Come si ricorderà, nei giorni scorsi il Ministero della salute aveva pubblicato nella giornata  sul proprio sito web un’allerta alimentare relativa ad un lotto di tonno per rischio chimico. Si tratta del “Trancio di tonno a pinne gialle decongelato con acqua aggiunta”, sottovuoto e venduto a peso variabile.  Il prodotto interessato è venduto in confezioni sottovuoto a peso variabile con il numero di lotto 2008217/21 e la data di scadenza 07/06/2021, prodotto da un’azienda di Bisceglie.

Il motivo della segnalazione era la “Sindrome anossica” che consiste in arrossamento della pelle, cefalea pulsante, bruciore orale, crampi addominali, nausea, diarrea, palpitazioni, senso di malessere e raramente ipertermia o perdita della vista. I sintomi solitamente compaiono entro 10-30 minuti dall’ingestione del pesce e sono generalmente autolimitanti. I segni fisici possono comprendere pallore diffuso, eritema, tachicardia, dispnea e ipotensione o ipertensione.

Le persone con asma sono più suscettibili di problemi respiratori quali dispnea o broncospasmo. I sintomi di intossicazione possono comparire entro pochi minuti e fino a due ore in seguito al consumo di cibo deteriorato. I sintomi solitamente durano approssimativamente dalle quattro alle sei ore e raramente persistono per più di uno-due giorni.

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