I sindaci sono una categoria da proteggere?

L’ultima moda politica è la semplificazione. Ben si intenda, non la semplificazione che potrebbe alleviare le piccole imprese o i cittadini dalle ingiurie della burocrazia, ma l’altra, quella che toglie il sonno ai pubblici amministratori intenti alla elargizione dei danari pubblici o europei. Vogliono essere più liberi da responsabilità e pastoie burocratiche e non correre rischi di essere portati in tribunale da qualche cittadino troppo intraprendente.

Come tutte le mode anche questa si è diffusa in un baleno e così anche i sindaci hanno superato ogni differenza partitica o ideale (se mai ve ne sono state) che sembrano dividerli, per assieparsi dietro lo slogan “dignità per i sindaci”. È opportuno provare a capirci qualcosa di queste parole che fanno credere che i sindaci siano divenuti una categoria con poca dignità (come quella che in Puglia percepisce il “reddito di dignità”) che quindi andrebbe protetta.

Non si sa dettagliatamente come dovrebbe essere la legislazione auspicata ma, per sintesi giornalistica possiamo dire che i primi cittadini non vogliono più rispondere delle malefatte amministrative dei loro sottoposti, né continuare a perdere il sonno per il rischio di subire denunzie di abuso di potere che, pur essendo già stata delimitata dal decreto semplificazioni, rimane per loro un pericolo incombente. Certo, i giudici raramente danno ragione ai cittadini denunzianti, ma i sindaci non vogliono correre nessun rischio, vogliono essere al di sopra della gente comune e usare o “abusare” più liberamente del proprio potere.. quindi ispirandosi ai metalmeccanici o a quelli dell’Ilva, anche i sindaci si uniscono per protestare contro il governo che li lascia in balìa dei cittadini.

Per ulteriore sintesi: vogliono non avere responsabilità penali… cioè la loro libertà di manovra deve essere maggiore.
Nessun pensiero al cittadino già evirato dalla pubblica amministrazione fin dalla nascita, né un dubbio sul funzionamento del sistema che, privo di contrappesi, potrebbe essere avvertito come una dittatura, né, ancora peggio, si pensa a quei primi cittadini che potrebbero essere privi di scrupoli e quindi in futuro utilizzare questa irresponsabilità per fare quello che vogliono.

Nel prossimo futuro anche i Ministri non vorranno rispondere dell’operato dei loro sottoposti?
Naturalmente non chiedono solo questo ma fa specie che una persona che sembra equilibrata come il sindaco di Bari, si sia fatto portavoce di una idea così lontana dalla mentalità dei cittadini, dai loro interessi e dal corretto funzionamento del sistema democratico.

Noi ci chiediamo se il sindaco rappresenta o no i suoi concittadini? Se si, discende automaticamente che è a lui che chiederemo di intervenire sul funzionario che ha fatto una cosa o un’altra; e se non lo fa deve essere lui a risponderne. In un momento in cui nessuno è politicamente rappresentato in nessuna delle esigenze anche elementari della vita quotidiana questo ulteriore passo verso l’allontanamento dallo stato di diritto e un avvicinamento a quello feudale è una vera bomba ad orologeria anche per le categorie privilegiate come quella dei politici.

CANIO TRIONE

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