Arena sul Centro Storico: Borgo meraviglioso ma terra di nessuno, servono scelte coraggiose
“Dormi Bisceglie mia, il tuo borgo è meraviglioso”. Scrivevo ironicamente così un anno fa perché, proprio nelle settimane in cui si svolgeva la manifestazione “Il borgo delle meraviglie”, ci fu notizia di una delle tante operazioni di sequestro di droga nel Centro Storico.
È arrivato il momento di svegliarsi dal torpore della favola delle città sicure: ieri come oggi il borgo antico è terra di nessuno. Spaccio di droga a qualsiasi ora nei vicoli, fuochi di artificio come segnali di richiamo, rifiuti abbandonati senza regole, auto in fiamme nei parcheggi, rapine, viabilità fuori controllo.
Il Borgo delle Meraviglie è potenzialmente una manifestazione lodevole, ma prima delle manifestazioni vetrina, importanti ma estemporanee, l’Amministrazione quando tenterà di mettere in campo scelte coraggiose e misure strutturali – coinvolgendo altre Istituzioni, Forze dell’ordine e privati – nel garantire le condizioni di una normale vivibilità della zona?
Vero è che in passato si è trasformata la città vecchia in un ghetto con scelte amministrative scellerate. Ma oggi non possiamo più stare a guardare: i commercianti, nel borgo meraviglioso, taglieggiati, minacciati e rapinati sotto i colpi dell’arroganza e della prepotenza di gruppi criminali; le zone pedonali a chiacchiere perché, nonostante timide transenne, le auto di certi residenti passano comunque, parcheggiano dove non potrebbero impedendo l’ingresso alle botteghe; gli scooter che impennano sfrecciando; le bici elettriche che son diventate proiettili in movimento.
In attesa della conferenza di servizi istruttoria sulla sicurezza urbana approvata dal Consiglio Comunale, si potenzi il presidio di quella zona, chiedendo al Prefetto interventi urgenti e agenti a presidio, si convochi immediatamente la Consulta del centro storico perché inizi a lavorare su proposte di misure di reale e strutturale riqualificazione di una zona che potrebbe essere volano della nostra economia, ma è purtroppo… “cosa loro”.
Vincenzo Arena