Telesforo smentisce ipotesi vendita asset Universo Salute

Non è passato tanto tempo da quando la straordinaria Opera del Servo di Dio Don Pasquale Uva ha rischiato di naufragare sotto il peso schiacciante di un default da oltre 600 milioni di euro. Il fatto è che nel giro di poco più di un lustro, nonostante non poche insidie, si è materializzato un piccolo, autentico miracolo.
Il cammino della grande Opera prosegue infatti con la barra a dritta, come ab origine, con la forza del grande equilibrio gestionale, seguendo i tempi dettati dalla logica e dalle risorse, a livello strutturale, organizzativo e anche estetico, con due aspetti in evidenza: da un lato gli standard di cura e assistenza elevati e l’alto livello di professionalità di medici, infermieri e di tutto il personale, come quotidianamente attestato dall’utenza stessa; dall’altro, la serenità dei lavoratori, retribuiti regolarmente, in controtendenza ad un passato caratterizzato da stipendi non pagati e fallimenti miracolosamente evitati: insomma, un microcosmo ben lontano dai pericoli di ridimensionamento e licenziamento che continuano ad affliggere grandi e piccole aziende italiane.
Il vicepresidente esecutivo Paolo Telesforo, e l’AD Luca Vigilante hanno a cuore la serenità dei lavoratori e pur dall’ottica di appartenenza a generazioni diverse, condividono una straordinaria capacità manageriale, condivisa con un top management capace di confermare ogni anno quei risultati soddisfacenti che hanno portato le strutture del Gruppo a contribuire fattivamente al sistema Sanitario Regionale per far fronte alla pressione delle richieste di prestazioni sanitarie e sociosanitarie arretrate. Il Sistema Sanitario Regionale, composto da Sanità pubblica e Sanità privata accreditata, cooperando in modo maggiormente sinergico può essere così in grado di fornire una risposta più rapida ed efficiente alle richieste di salute dei cittadini riducendo significativamente i tempi di attesa.
Intanto, al fine di smentire le voci riguardanti una possibile vendita dell’asset Universo Salute, Telesforo tiene a fare chiarezza, rivolgendosi in particolare ai lavoratori, “a chi in questi cinque anni ha voluto darmi fiducia e soprattutto affetto”. “A loro – sottolinea il vicepresidente esecutivo – dico che non li abbandonerò mai. Non è una questione di soldi, ma di rispetto verso chi si è sacrificato al mio fianco, oltre ogni limite. Fino a quando il Signore lo vorrà, non abbandonerò mai la mia famiglia. E voi di Universo Salute siete la mia famiglia, una famiglia in cui ho creduto e continuerò a credere fino ad ottenere il giusto riconoscimento contrattuale al pari di ciò che è già in essere nelle strutture a gestione pubblica. Io lotterò con voi e per voi contro chi getta veleni e miserie. Non sarete mai lasciati soli”.
Per l’Opera Don Uva, quella del 2023 è dunque una primavera di rinascita, di rilancio, di visione prospettica all’indomani della storica riconversione degli istituti ortofrenici, giunta al termine di un iter ventennale complesso, uno dei più imponenti a livello europeo, sostanziato dalla progressiva trasformazione di quel manicomio – cancellato dalla riforma Basaglia – in una cittadella della cronicità, della disabilità, della riabilitazione e dell’assistenza al malato terminale. Una cittadella funzionale e moderna, non solo per l’efficace restyling, in linea con il concetto di “demanicomializzazione” coniato e attuato dalla nuova Proprietà. I grandi ospedali psichiatrici “Don Uva” si sono definitivamente trasformati in strutture long term care, cioè prevalentemente dedite alla cura e all’assistenza delle cronicità, oltre a proseguire le tradizionali attività, come la riabilitazione post acuzie, degli acuti e l’assistenza al malato terminale.
Per l’Opera Don Uva continua il processo di crescita caratterizzata da investimenti, professionalità, impegno e sacrifici. Questione di “credibilità” e “certezze per i lavoratori”: su questi temi prosegue la sfida di Paolo Telesforo per un futuro di grande prospettiva.

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