LA POLITICA NELLE MANI DI POCHI
Facendo “zapping” su Facebook, durante il mio consueto giro che precede il riposo notturno, ieri sera mi sono imbattuto nella lettura di un annuncio di Fratelli d’Italia. La comunicazione annunciava l’assemblea regionale di “Fratelli d’Italia Puglia” per questo prossimo martedì, 18 luglio, a Bari.
Mi son detto: “Mo’ scambio due battute col responsabile cittadino, così ci tiro giù un pezzo”. Ma io non so chi sia. Così, dopo un lungo giro di consultazioni con diversi contatti, il cerchio si è chiuso su un nome.
Bene, “lo cerco e gli chiedo di incontrarci per farci una chiacchierata”, mi dico. Indago ancora un po’, e scopro che oggi il Presidente di Fratelli d’Italia – Sezione di Bisceglie- lavora a Milano. Vabbè, vorrà dire che attenderò il prossimo fine settimana che “scende” a Bisceglie.
Chiedo ulteriori informazioni e il mio informatore mi riferisce: «Guarda che, oggi, questo signore lavora a Milano, dove anche ci vive. Che significa che ci vive? Che non viene in città ogni fine settimana? Più volte al mese? Che non è a stretto contatto con il tessuto sociale di Bisceglie, con i problemi e con la gente che in questo posto ci vive? «Credo venga in città durante le ferie, le feste e qualche anniversario di familiare», conclude l’amico.
Mi rifiuto di pensare alle cose logiche su cui mi imbatto, seguendo i ragionamenti su questa situazione imbarazzante.
Ingoio, deluso, questo triste epilogo della storia e su un fogliettino mi organizzo “il palinsesto” (la scaletta) delle prossime cose da scrivere: quattro righe su “Noi con Salvini”. Ma impietrisco dopo un flashback: 1) avevo chiesto, giorni fa, a Rocco Prete un’intervista, ma si è rifiutato perché deve «chiarire alcune cose all’interno del movimento»; 2) Dopo aver visto, almeno per i primi mesi dell’anno, il simbolo salviniano frequentare gli ambienti di Casella, ultimamente l’avevo notato sotto altro cartello. E mi è risalito di nuovo il sangue alla testa.
Faccio il punto della situazione e concludo che anche a sinistra la politica è nelle mani di pochi. Una delle più lampanti dimostrazioni è quando in campagna elettorale vedete accanto all’«effige» di Spina, un esempio per tutti, una ventina di liste civiche, ognuna delle quali contenente venti nomi ciascuno di candidati, provenienti ciascuno da venti famiglie diverse. Si tratta di un’operazione che ha un duplice scopo: portare voti al mulino del candidato e incastrare tanti nuclei familiari, privandoli della libertà di scelta politica (locale). Almeno al primo turno.
Non c’ho pensato due volte, ho preso quel foglio con gli appunti e l’ho cestinato.
Maurizio Rana