Cozzoli già dimenticato? Eppure ha salvato 1500 famiglie, azienda Cdp e rischiato la vita
In questi ultimi giorni osservo, leggo è più giusto, di alcuni giornali che puntano continuamente i riflettori sui nuovi amministratori della Casa Divina Provvidenza. Promettono disciplina, ordine, rigore, controllo e severità nelle punizioni da infliggere ai “fannulloni”. Ma nessuno ha guardato indietro, di qualche mese. Nessuno ha ringraziato chi ha permesso che la Casa Divina Provvidenza esistesse ancora, colmasse le sue lacune, salvasse stipendi a dipendenti con mogli e figli a carico.
Bartolo Cozzoli ce l’ha fatta. E di lui vogliamo parlare, del suo operato. Era stato chiamato a salvare la Cdp e c’è riuscito. Qualcuno dirà «e allora? Era stato chiamato e pagato per questo». Ma, credetemi, non era un lavoro semplice. Come scritto, in gioco vi erano le sorti di millecinquecento famiglie, i conti in rosso, anzi senza più un colore, di un’azienda che ha avuto predatori in copiosa quantità ed amministratori autorevoli che, però, sono riusciti a fallire nel compito, dove Cozzoli c’è riuscito.
E’ riuscito a non licenziare nessuno, a salvare l’intera forza lavoro. A salvare i venticinque mila pazienti assistiti. A non fare mai un mese di ritardo in tutti i pagamenti. Ha ottenuto 21 milioni di euro nel miglioramento del risultato operativo. Se, poi, a questo si aggiunge che ha rischiato anche di rimetterci la pelle, e che qualche problemino personale l’ha subito, l’applauso e i complimenti si devono triplicare e devono giungere da ogni angolo di strada, da ogni ceto sociale, da ogni partito politico sia di destra che di sinistra della città.
Da oggi, primo ottobre, l’Ente avrà una nuova gestione imprenditoriale che avrà il compito, di concerto con le Regioni committenti, di adottare i migliori modelli gestionali al fine di rilanciare le strutture.
MAURIZIO RANA