Unibat: la sicurezza a Bisceglie vale meno di una bufala sull’Ospedale. Gli imprenditori sono stremati

«Basti scorrere a ritroso la cronaca dei soli ultimi giorni per leggere della rapina ai danni di una gioielleria al civico 54 di via XXIV maggio a Bisceglie; di un tentativo di furto sventato dagli agenti della Metronotte di Bisceglie per scongiurare l’intrusione dei ladri all’interno di un opificio della zona industriale in direzione Molfetta e soprattutto il boato nella notte ai danni del noto locale notturno della Movida Puerto Azul che attira ormai la maggior parte dei giovani da altre città, soprattutto dalla martoriata città di Andria in declino sociale».

Savino Montaruli di Unibat ricorda i principali fatti di cronaca che hanno scosso la vita pubblica biscegliese ed in modo particolare il mondo del commercio.

«Su questi episodi -continua Montaruli in una nota-, su questi e tutti gli altri precedenti episodi criminali ai danni di imprenditori biscegliesi si registra un pauroso silenzio diffuso. A fronte di un clamore estremo di fronte alla bufala che ha interessato l’Ospedale biscegliese, con tanto di Comitati di “Difesa” costituiti opportunisticamente già qualche minuto dopo, pur di presentare nomi e cognomi di due o tre aficionados sulle pagine del giornale amico, su questi episodi fortemente lesivi sia per i danni materiali causati ma anche e soprattutto per quelli psicologici, il silenzio regna assoluto. Questo silenzio a Bisceglie fa paura, fa molta paura, fa molta più paura ed è chiaro che c’è chi tenta di distogliere l’attenzione dalla gravità di quanto sta accadendo concentrandosi sul futile, sull’inutile e sull’effimero».

«A Bisceglie la situazione non è grave, è gravissima -conclude il presidente Unibat parlando di un «clima di fortissima tensione sociale che, unitamente alla gravissima crisi economica, sta mettendo a rischio il futuro della bellissima città di Bisceglie. Noi come Associazione di Categoria sganciata dal potere politico, che non si è Consociata con la politica, sentiamo il dovere di dire questo. Essere compiacenti paga, anche moltissimo per alcuni, ma non rende LIBERI».

 

 

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