Documento Commercio, Unibat: «E’ illegittimo e anticostituzionale»
Alle tantissime osservazioni che stanno investendo letteralmente il Documento Strategico del Commercio approvato dal consiglio comunale della città di Bisceglie si inseriscono ulteriori elementi di criticità opportunamente sollevati dalle Associazioni di Categoria.
Mentre sul Sito Web del comune di Bisceglie viene pubblicato un comunicato stampa postumo a fronte di un omertoso e colpevole mutismo mantenuto fino ad oggi sull’argomento portato in consiglio con un vero e proprio blitz, proprio partendo dal contenuto di quel comunicato stampa e riprendendo un’osservazione che già il consigliere comunale Francesco Spina aveva sollevato, è l’Ufficio Amministrativo di Unibat a sottolineare quelle che, secondo l’Associazione di Categoria, sarebbero addirittura elementi di “Illegittimità” e di “Incostituzionalità” del Documento approvato.
In modo circostanziato e preciso è stato dichiarato: “apprendiamo che per il rilascio di nuove autorizzazioni e, in particolare, della superficie minima di 50 metri quadri riservata al pubblico per i nuovi locali che si occupano di somministrazione di alimenti e bevande nel centro storico”, secondo quanto dichiarato dall’Assessore Naglieri, si farebbe riferimento ad “un parametro inserito per evitare il disturbo della quiete pubblica, nonché per l’esigenza di tutelare e salvaguardare una zona di pregio artistico, storico, architettonico e ambientale, in un’ottica di sviluppo armonico dell’area, che già dispone di molti locali della stessa tipologia”. Se non fosse una cosa molto seria ci sarebbe da ridere parecchio di fronte a queste dichiarazioni che un Assessore coscienzioso non dovrebbe neppure accennare ma che usa in modo strumentale quale giustificazione ad una gaffe imperdonabile. Infatti – afferma il Presidente Unibat Savino Montaruli – il buon Naglieri non si è reso conto che sostenendo quella forzatura ha violato le norme vigenti che dovrebbe conoscere, come le dovrebbero conoscere i suoi oggi fedeli e privilegiati interlocutori confsociati e come dovrebbe conoscerle l’ineffabile e sfuggente Dirigente del Suap di Bisceglie.
Se queste norme non siano chiare a tutti questi cultori della legalità e del buon governo polisindacale voglio ricordare che: la vigente normativa italiana ed europea in materia di liberalizzazioni ed eliminazione di tutti i vincoli e restrizioni all’accesso e all’esercizio delle attività economiche determina, in particolare l’Art. 1 del D.L. 24 gennaio 2012 n. 1, convertito con modificazioni della legge 24 marzo 2012 n. 27 l’abrogazione delle norme che contengono divieti e restrizioni alle attività economiche che non siano adeguati o non proporzionati alle finalità pubbliche perseguite nonché delle disposizioni di pianificazione e programmazione territoriale con prevalente finalità o contenuto economico che pongono limiti, programmi e controlli non ragionevoli ovvero non adeguati o non proporzionati rispetto alle finalità pubbliche dichiarate e che in particolare impediscono, condizionano o ritardano l’avvio di nuove attività economiche o l’ingresso di nuovi operatori economici ponendo un trattamento differenziato rispetto a quelli già esistenti sul mercato, ovvero alterano le condizioni di piena concorrenza fra gli operatori economici; nonché del secondo comma del D.L. 6 dicembre 2011, n. 201 convertito, con modificazioni dalla legge di conversione 22 dicembre 2011 n. 214 il quale precisa che secondo la disciplina dell’Unione Europea e nazionale in materia di concorrenza, libertà di stabilimento e libera prestazione di servizi costituisce principio generale dell’ordinamento nazionale la libertà di apertura di nuovi esercizi commerciali sul territorio senza contingenti, limiti territoriali o altri vincoli di qualsiasi natura, esclusi quelli connessi alla tutela della salute, dei lavoratori, dell’ambiente, ivi incluso l’ambiente urbano, e dei beni culturali.
A tal proposito si ritiene che l’individuazione della superficie minima da riservare all’attività economica non possa costituire oggetto di previsioni regolamentari, salvo i casi previsti dalla normativa richiamata. A questo punto – prosegue Montaruli – è drammatico che il Sindaco avvocato, l’assessore esperto di marketing, il dirigente comunale i Tecnici e Professionisti che avrebbero redatto quel Documento, che ancora non si conoscono e soprattutto i tanto blasonati sindacalisti che hanno seguito passo passo, compiacendosi fino allo strisciare del lavoro fatto e tutti i consiglieri comunali, moltissimi dei quali noti e acclarati Professionisti ed Esperti abbiano potuto approvare un Documento così palesemente illegittimo ed anticostituzionale. Se questa è la situazione che abbiamo di fronte a noi, dopo che già la Regione aveva inviato una nota al comune di Bisceglie evidenziando procedure non conformi alle norme in materia di assegnazione dei posteggi ed elaborazione delle graduatorie allora non c’è davvero altro da aggiungere. E’ davvero stato toccato il culmine dell’impossibile e se a Bisceglie, ai biscegliesi tutto questo va bene o benissimo allora che restino pure nel loro guscio a subire cotanta approssimazione. Peccato per i commercianti e per coloro che, invece, avrebbero voluto convivere con condizioni di imparzialità e giudizio. Sarà per un’altra vita politica ma all’orizzonte davvero non si intravede nulla di buono” – hanno concluso da Unibat.