Processo Casa Divina Provvidenza, richieste condanne per dodici imputati
Si avvia alla conclusione il processo di primo grado al Tribunale di Trani per il fallimento della Casa Divina Provvidenza, l’ente ecclesiastico di Bisceglie in amministrazione straordinaria dal novembre del 2013 a causa dell’accumulo di debiti per circa mezzo miliardo di euro.
La Procura di Trani ha chiesto tramite il pubblico ministero Silvia Curione, condanne per dodici imputati. Le pena più alta è stata richiesta per Dario Rizzi, uno dei tre direttori generali all’epoca dei fatti contestati: la Procura ha infatti chiesto per lui una pena di 9 anni di reclusione. Per gli altri due direttori generali dell’epoca, Antonio Albano e Giuseppe D’Alessandro, sono state chieste condanne rispettivamente a 5 anni e a 3 anni e 6 mesi.
Le altre condanne richieste sono: per l’ex senatore di Forza Italia Antonio Azzollini 4 anni e mezzo; 7 anni per il consulente Antonio Battiante e 6 anni e mezzo per suor Assunta Puzzello, conosciuta come suor Consolata, che gestiva la Casa di Procura della Divina Provvidenza, un ente parallelo che secondo la Procura serviva a nascondere il “tesoro” dei soldi distratti dalla gestione dell’ex ospedale psichiatrico di Bisceglie e delle strutture di Foggia e Potenza.
Chieste condanne anche per: 4 anni per Rocco Di Terlizzi, commercialista biscegliese e all’epoca consulente della Cdp; 3 anni e 6 mesi per Angelo Belsito, già presidente del Consiglio comunale di Bisceglie; 3 anni e 3 mesi per Adrijana Vasiljevic, dipendente a Foggia; 2 anni e 9 mesi per il commercialista barese Augusto Toscani; 3 anni e 6 mesi per Arturo Nicola Pansini, all’epoca revisore contabile in Cdp; 6 mesi per Lorenzo Lombardi, ex direttore amministrativo nella sede di Foggia.
La sentenza nel processo potrebbe essere emessa a metà dicembre.