“La Sanità”, c’è un documento di pietra da salvare con urgenza
La “quarantena” fu applicata con rigore a Bisceglie. Durante il regno di Ferdinando IV di Borbone (che poi nel 1797 si fermò a Bisceglie per visitare luoghi e monumenti come ricorda un’iscrizione affissa nel chiostro del monastero di Santa Croce) l’ennesima diffusione di epidemie molto spesso introdotte da gente che proveniva da luoghi infetti e lontani, indusse il sindaco di Bisceglie, Mauro Veneziani, a far edificare nel 1764 un’apposita struttura propedeutica per la “tutela della pubblica salute”, ovvero una cappella (di cui oggi miracolosamente ne rimane un epigrafe) che fu denominata “la Sanità”.
Fu costruita all’ingresso del molo di levante per far adempiere il precetto di ascoltare la messa nei giorni festivi a quelle persone che giungevano via mare, alle quali non era consentito di entrare subito in città, specie quando provenivano da paesi infestati dalla peste o da altre malattie contagiose e che quindi dovevano osservare un periodo di sosta, la cosiddetta “quarantena”. C’era anche il “deputato della salute”.
Luca De Ceglia