Puglia senza feste patronali, sul lastrico addetti lavori

Un settore che in Puglia e’ stato pesantemente colpito dal Covid e per il quale non e’ prevista alcuna ripresa per il momento e molto probabilmente per tutto il 2020, e’ quello delle feste patronali. Molto diffuse in Puglia, le feste abbracciano un periodo che va da aprile sino ad ottobre, con punte a luglio ed agosto. Oltre ad essere feste molto partecipate, con luminarie, bande, spettacoli musicali, processioni religiose e fuochi di artificio, sono anche momenti identitari legati alla tradizione ed alla storia delle singole comunità. In Puglia già annullate giorni fa le feste patronali di Bari e Taranto, con le processioni a mare di San Nicola e San Cataldo. E ci sono inoltre tanti eventi già saltati.

Lo stop improvviso ha messo sul lastrico qualche migliaio di addetti tra musicisti delle bande, artisti di gruppi musicali e band, operai delle imprese di luminarie, addetti ai vari service, ambulanti dei mercatini, giostrai, senza trascurare la rinuncia affettiva ai giorni della festa patronale per molte comunità locali. Feste che per la loro particolarità e diffusione territoriale hanno anche attratto quanti per vacanza erano nella regione. In Puglia, tanto per fare qualche esempio, sono fermi, a casa, i musicisti di storici complessi bandistici come Squinzano, Conversano e Francavilla Fontana, tutti con diversi decenni di vita alle spalle. Traduzione antica quella della banda in Puglia, se si considera che Riccardo Muti il suo primo approccio con la musica lo ha avuto ascoltando da bambino la banda a Molfetta.

E zero lavoro per imprese di luminarie famose come Faniuolo di Putignano (Bari) o le salentine De Cagna e Mariano. Queste ultime, da anni, hanno anche portato all’estero le luminarie. Ardite e spettacolari architetture di luce che usano ormai sistemi di accensione e scenici all’avanguardia. Le imprese di luminarie hanno messo in cassa integrazione i loro addetti, mentre per i musicisti allo stato non c’e’ nulla, tenuto conto che i loro contratti sono stagionali, cioé legati ai mesi delle feste. Che non sono previste perché i vescovi di Puglia, con quella che definiscono “chiara disposizione”, affermano che “non sara’ possibile organizzare processioni, trasferimento pubblico di immagini sacre, fiaccolate o momenti di preghiera che favoriscano assembramento”. Per i vescovi di Puglia, “anche se l’epidemia fosse sotto controllo nelle prossime settimane, sara’ bene limitarsi alla sola “festa religiosa” per evidenti motivi di opportunità considerando il contesto di dolore e di sofferenza che stanno vivendo tante famiglie e della generale situazione di difficoltà economica”.

Per i vescovi di Puglia, “sarebbe una grave mancanza di responsabilità chiedere e spendere cifre per momenti di intrattenimento quando ci sono tante persone che non lavorano r mancano del necessario per sopravvivere”. Tuttavia, anche se c’e’ una stretta dei vescovi sulle feste patronali, si riconosce che ci sono tantissime persone di questo comparto in gravi difficoltà. Lo ha fatto giorni fa l’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro, che, in occasione delle celebrazioni per il patrono di Taranto, San Cataldo, ha parlato di “festa senza musica, senza fiori, senza luci. Le feste e le processioni che spesso vengono tacciate come spreco – ha detto l’arcivescovo di Taranto -, in realtà hanno un indotto che aiuta tante famiglie”. “Che le feste non si faranno – afferma il direttore di una delle più note bande di Puglia -, lo sappiamo, ci siamo quasi rassegnati, ma qui bisogna trovare aiuti economici veri, concreti, per le persone che di questo vivono e che sono tante. Pensiamo ai tanti musicisti, molti giovani, che da aprile ad ottobre lavoravano con i contratti stagionali e in inverno percepivano la disoccupazione. Questa gente ora e’ letteralmente a terra. In questa fase – prosegue – ci stiamo muovendo in due direzioni: premere sulle istituzioni perchè diano una mano anche a noi, che siamo nel bisogno, e coordinarci in modo unitario come bande pugliesi per far sentire la nostra voce”. E ci sono infine Comuni salentini che, d’intesa con una nota azienda di luminarie, stanno pensando ad una rivisitazione della festa con una chiave del tutto nuova e rispettosa delle varie indicazioni di sicurezza. Un progetto ad hoc che se non può essere assimilato alla festa tradizionale, quella che la Puglia conosce da sempre, serve tuttavia a mantenere viva tradizione e identità.

 

 

One thought on “Puglia senza feste patronali, sul lastrico addetti lavori

  1. È vero che molti stanno in difficoltà, ma in questo modo finiscono di rovinare una economia che comunque da lavorare a migliaia di persone. Non fanno altro che peggiorare la crisi.

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