Coltivare la terra per coltivare il futuro: presentato “Un’altra terra”

Coltivare la terra per coltivare il futuro di soggetti in esecuzione di pena o che abbaiano già concluso l’esecuzione di pena, stimolandole ad imparare un nuovo mestiere, ad integrarsi nella società, offrendo loro maggiori possibilità di reinserimento nel mondo del lavoro riducendo il rischio di recidiva. Consiste in questo il progetto “Un’altra terra” presentato questa mattina a Bisceglie nel campo, situato in via Gavetino, a poca distanza dal centro abitato, che vedrà nove soggetti, beneficiari dell’iniziativa, piantare e coltivare ortaggi e spezie. I prodotti, una volta raccolti, saranno donati alle mense della Caritas diocesana per finalità solidali e per sostenere famiglie in difficoltà. La finalità, inoltre, è garantire ai beneficiari, anche al termine del progetto, concrete possibilità di definizione della propria situazione di fragilità con percorsio ad esempio di avviamento alla autoimprenditorialità.
“Un’altra terra” è promosso dal Comune di Bisceglie e organizzato in partnership con Caritas diocesana di Trani-Barletta-Bisceglie, Terre Solidali Impresa Sociale, UiEPE (l’ufficio interdistrettuale di esecuzione penale esterna) di Puglia e Basilicata, il contributo del Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Puglia. Il percorso prevede anche azioni di formazione ed accompagnamento al lavoro autonomo, azioni che saranno curate da I.for Pmi Prometeo organismo formativo accreditato. Il progetto è realizzato congiuntamente al progetto “Apprendimento on the Job in agricoltura” promosso dall’Ufficio del Garante Regionale dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della regione Puglia e al progetto denominato “Start” sostenuto dalla Caritas diocesana attraverso il fondo 8xmille Cei.
“Gli ex detenuti e in generale chi abbia commesso l’errore di infrangere la legge sono i più ultimi degli ultimi”, ha dichiarato Roberta Rigante, Assessore all’inclusione sociale del Comune di Bisceglie, che ha creduto sin da subito nel progetto insieme al Sindaco Angelantonio Angarano. “L’obiettivo è duplice: garantire il principio costituzionale del fine rieducativo della pena e garantire sicurezza alla Comunità riducendo la possibilità che chi ha scontato la propria pena torni a delinquere perchè senza alternative. In senso è simbolicamente rappresentato dalla terra, che, se curata e coltivata, restituisce prodotti e doni. Così le persone, pur quando abbiano sbagliato, meritano una seconda opportunità che deve essere loro offerta con trasparenza dalle Istituzioni”.
“L’UiEPE di Bari è da tempo impegnato a coinvolgere la comunità nel sostegno alle persone sottoposte a provvedimenti dell’autorità giudiziaria, creando le premesse per una stabile connessione tra le istituzioni della giustizia e l’Ente locale, per l’attuazione di politiche di sicurezza e inclusione sociale”, ha sottolineato il Direttore dell’Ufficio interdistrettuale di esecuzione penale esterna per la Puglia e Basilicata, Emilio Molinari. “Come costantemente sostenuto in questi ultimi anni, il modello di probation che si sta progressivamente costruendo nei nostri sistemi operativi è sempre più fondato su un’azione di graduale ‘dislocazione’ delle pene e delle sanzioni nei contesti sociali nei quali le persone sono collocate nella ‘promessa di un reinserimento’, per perseguire l’assunzione di nuove responsabilità. L’intesa che si sta stringendo tra il comune, le istituzioni della giustizia, la Caritas e le imprese sociali, rappresenta una rilevante opportunità per la costituzione di una rete solidale e riparativa, in quanto unisce, da un lato l’acquisizione di abilità lavorative delle persone inserite nel progetto, e dall’altro l’affermazione del principio della restituzione simbolica nei confronti della collettività”.

“Con questo progetto Terre solidali conferma l’attenzione a soggetti svantaggiati, quei soggetti che la società ignora, dimentica o addirittura evita accuratamente”, ha rimarcato il Direttore della Caritas diocesana di Trani-Barletta-Bisceglie, don Raffaele Sarno. “Terre Solidali invece ha fatto una scelta di campo: essere vicina e compiere un percorso accanto a tutti coloro che hanno bisogno di un sostegno, un accompagnamento per uscire dalla loro situazione di emarginazione ed esclusione attraverso un settore di fondamentale importanza per il reinserimento: il lavoro. Parliamo di detenuti che avendo precedentemente operato un percorso di tipo criminale hanno l’opportunità di fare scelte diverse, che rispettino la loro dignità e quindi la loro capacità di rimettersi in gioco in maniera onesta e leale”.
“Un’altra terra è un insieme di attività ed azioni utili a ridare speranza, un aiuto concreto in un momento difficile, una ripartenza nonostante le criticità in cui viviamo” ha agginto il coordinatore del progetto Elsheikh Ibrahim. “La sinergia tra pubblico e privato attraverso la terrà darà una spinta positiva, un’opportunità, in particolare attraverso le possibilità di reinserimento lavorativo. Operatori e beneficiari percorreremo insieme un sentiero di crescita verso il futuro”.

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