Operazione Antimafia di Polizia e Carabinieri. Colpo agli Strisciuglio, il clan che comanda anche a Bisceglie
Dalle prime ore di questa mattina, gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Bari e i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari, a conclusione di complesse indagini dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, con la collaborazione della Direzione Nazionale Antimafia, stanno eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 99 indagati, ritenuti capi e affiliati del clan Strisciuglio –attivi anche nel territorio di Bisceglie come rivelato dalle relazioni periodiche della Direzione Investigativa Antimafia– nell’ambito di una vasta operazione antimafia condotta sulla città metropolitana di Bari.
Rissa in carcere cambiò equilibri clan
La violenta rissa tra 41 detenuti avvenuta nel carcere di Bari l’11 gennaio 2016, dopo la rottura dell’alleanza tra i clan Strisciuglio e Misceo, “ha rappresentato un punto di snodo fondamentale nelle dinamiche associative nel territorio barese”. L’episodio è ricostruito nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita oggi nei confronti di 99 affiliati al clan Strisciuglio.
L’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda) ha evidenziato il potere di intimidazione e la capacità del clan di esercitare un controllo anche all’interno delle carceri e “l’estrema rilevanza” proprio di quella rissa, nella quale rimasero feriti anche agenti di Polizia penitenziaria, “in grado di incidere in una sorta di riequilibrio del panorama mafioso barese, anche in relazione agli interessi connessi alle varie attività illecite”. Da quel momento, infatti, sarebbe cominciata una “invasione” da parte del gruppo criminale barese su alcuni territori della provincia, soprattutto per impadronirsi delle piazze di spaccio. E proprio dal carcere “i membri di vertice del clan Strisciuglio -si legge negli atti- continuavano a gestire le attività illecite, ad impartire ordini e direttive, non solo tramite le ambasciate comunicate all’esterno per tramite di familiari, ma anche utilizzando telefoni cellulari consegnati clandestinamente nelle carceri di tutto il territorio nazionale”.
Nella casa circondariale di Bari – hanno documentato le indagini e rivelato collaboratori di giustizia – entrava anche droga, lanciata con le fionde o, in occasione delle festivita’ natalizie, con i droni.