Furto di una bici presa a noleggio, una lettrice racconta la disavventura per l’esoso risarcimento
In questa lettera inviata alla redazione de La Diretta, una lettrice racconta la disavventura capitata la scorsa estate al nipote venuto dal nord per le vacanze a proposito del furto di una bicicletta presa a noleggio. La redazione è disponibile a ospitare eventuali repliche o precisazioni delle parti interessate dal racconto. Di seguito il testo.
Egr. Direttore,
leggendo l’articolo in data 24 novembre in merito al controllo sulle bici elettriche mi ha portato indietro di qualche mese in merito al furto di una bici elettrica che il noleggiatore, per tale furto ha preteso un risarcimento di € 650,00 oltre ad essersi trattenuto la cauzione di € 150,00 pagata alla firma del contratto per un totale di € 800,00 oltre al noleggio dei tre giorni pagati a parte.
Cronistoria dell’accaduto: mio nipote è venuto dalla Lombardia a Bisceglie per 3 giorni portando con sé un amico e hanno noleggiano 2 bici. Il contratto, viene firmato casualmente dall’amico al quale viene rilasciata una copia non conforme all’originale in quanto mancavano le generalità del ragazzo.
I ragazzi, al ritorno da Trani (avevano preso il treno e parcheggiate entrambe le bici vicino alla banca della Murgia) trovano solo una bici (avevano notato un difetto al lucchetto che, per ingenuità non hanno riferito al noleggiatore).
Si recano dai Carabinieri avvisando anche il noleggiatore il quale manda una “signora” con un avvocato i quali, con comportamenti al limite della vessazione hanno preteso il pagamento immediato dai ragazzi senza attendere l’esito delle indagini dei carabinieri neppure per qualche giorno. I ragazzi privi di denaro hanno telefonano ai reciproci genitori al nord e mio figlio si fa passare telefonicamente la “signora” che si è rifiutata di dare le proprie generalità tra cui anche quelle dell’avvocato.
Premetto che i genitori non si erano rifiutati di risarcire il noleggiatore ma pretendere il pagamento immediato con un bonifico (e invio prova della copia del bonifico) credo che sia alquanto esagerato.
A ciò si aggiunge che il noleggiatore, dopo essere stato soddisfatto nelle sue esose richieste si è rifiutato di avere un incontro con la sottoscritta sotto la puerile scusa della privacy esonerandosi così di dare risposte sia per come ha valutato il danno di una bici usata e sia per i comportamenti adottati dalla signora (successivamente, attraverso informazioni, abbiamo saputo che la “signora” è la madre) che dell’ignoto avvocato.
Ho chiesto anche attraverso un amico avvocato questo colloquio ma senza risultato.
I ragazzi mi hanno lasciato la copia del contratto e copia della denuncia che ho inviato al noleggiatore (attraverso WhatsApp) a dimostrazione che ero stata autorizzata per cui non violava nessuna privacy.
Mi chiedo se ci può essere privacy sul noleggio di due bici fatte dai ragazzi. Mi chiedo anche se il suo parco bici non è assicurato visto che i furti si possono fare anche dentro i depositi. Ai ragazzi era stato detto che le bici avevano il GPS per cui erano tranquilli che in caso di furto si potesse ritrovare.
A questo punto, prendendo spunto dal bravo Lubrano mi verrebbe da dire:la domanda mi sorge spontanea…… ma non sorgono le risposte spontanee del noleggiatore.
Ai ragazzi questa disavventura ha lasciato un brutto ricordo e sensazioni di colpe verso i genitori che hanno dovuto pagare i danni del furto senza aver avuto la soddisfazione di capire su che basi il noleggiatore ha calcolato il valore di €800,00 per una bici usata. Sono stati ingenui anche nel non aver letto il contratto e ingenui a pensare che Bisceglie fosse un’isola felice.
L’ultima considerazione è come mai è stata rubata una sola bici e non entrambe? La risposta è che una aveva il lucchetto difettoso e l’altra no.
Il comportamento di questo noleggiatore e della sua parente andava denunciato ai carabinieri (rimasti esterrefatti anche loro dal racconto) purtroppo, per la lunga distanza, hanno preferito per ora chiudere la faccenda.