Centro città, Confcommercio Bisceglie: «Necessarie politiche locali che garantiscano agevolazioni e attrattività»

«L’editoriale del 18 febbraio firmato da Beppe Severgnini sul Corriere della Sera ha offerto diversi e interessanti spunti di riflessione circa la lenta agonia che i centri città vivono per diversi motivi, tutto da attenzionare e a cui prestare notevole attenzione», commenta così il presidente di Confcommercio Bisceglie, Leo Carriera, il pezzo pubblicato sul Corriere di sabato scorso in merito alla situazione che vivono titolari di attività dei centri cittadini e, anche, dei clienti o potenziali tali.

«Il giornalista Severgnini mette in evidenza degli aspetti che meritano un approfondimento da parte di tutti: associazioni di categoria, istituzionali locali e centrali, mondo dell’impresa. L’editorialista lamenta, con dei distinguo delicati e condivisibili, i costi alle stelle di una semplice cena all’interno di un locale del centro milanese e, d’altro canto, le ambasce, in termini di costi, spesi, rincari, cui sono sottoposti i titolari delle attività oltre alla farraginosa burocrazia che devono affrontare per ogni singola autorizzazione come, per esempio, quella dell’utilizzo dei dehors», specifica Carriera.

«Chiedere 120 euro per due risotti e un contorno è assurdo, sia chiaro. Ma anche schiacciare un ristoratore sotto il peso di certi affitti è sbagliato: vuol dire cacciarlo. C’è un’Italia che vive di rendita, e se ne frega delle conseguenze: se il costo dell’affitto, unito a bollette e personale, si rovescerà sui clienti, peggio per loro. È il mercato, no?», scrive Severgnini sul quotidiano rimarcando gli appesantimenti dei quali le attività sono vittime quotidiane.

«In queste affermazioni Severgnini sottolinea tutte le difficoltà che attanagliano un commerciante, un esercente, un titolare di attività soprattutto nelle zone centrali delle nostre città, grandi, medie o piccole che siano. Da sempre, i centri cittadini rappresentano il fulcro dell’azione commerciale di una comunità e assistere allo svuotamento dei centri, a operatori che sono costretti ad aumentare i costi dei prodotti che preparano e servono, costi di locazione aumentati fino a diventare insostenibili e tutto ciò che orbita intorno alla gestione di un’attività sono situazione che necessitano urgentemente sia di un tavolo di concertazione risolutivo tra gli attori interessati, sia di politiche locali che permettano agevolazioni e interventi di rigenerazione urbana per rendere più attrattivi i centri urbani. Tutto ciò è necessario se non vogliamo incorrere in una desertificazione socio-economica che costituirebbe un vero problema per il commercio di prossimità e per il nostro Paese», sostiene il presidente Carriera.

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