Per il Canile Municipale la proroga c’è, “Amici Miei” lo gestirà ancora senza gara d’appalto fino a maggio
Un affidamento che risale ormai a 10 anni fa, durante i quali ci sono state concessioni di proroghe del servizio alla stessa ditta senza che nel frattempo fosse indetta una regolare gara d’appalto.
È la storia del servizio di canile municipale affidato dal Comune direttamente senza gara d’appalto alla ditta “Amici Miei” che gestisce la struttura in via don Pancrazio Cucuziello. L’Amministrazione Angarano si è messa sulla stessa scia e durante il suo mandato ha già emanato due ordinanze di proroga del servizio ricordando che gli uffici comunali stanno predisponendo la gara.
Ma la gara ancora non c’è perché, si legge nella nuova ordinanza di affidamento ad “Amici Miei”, «trattandosi di un appalto cosiddetto “sopra soglia”, a causa dell’ammontare dell’importo posto a base d’asta, la normativa vigente impone particolari adempimenti relativamente alla pubblicità delle relative procedure». Dunque, come si direbbe a Bisceglie, stanno da niente ancora. E in mezzo a questo niente non si può fare altro che proseguire con la proroga, stabilita dall’ordinanza pubblicata ieri, fino al 31 maggio 2020.
Come sta accadendo negli ultimi giorni, l’Amministrazione comunale trova il modo di addossare la colpa di questa decisione alla ormai famosa sentenza del Tar che ha annullato il bilancio di previsione: «nel frattempo, è intervenuta la sentenza del Tar Puglia 06/11/2019, n. 1505 (pubblicata in data 18/11/2019) a seguito della cui emanazione il Dirigente della Ripartizione Economico/Finanziaria, con nota prot. n. 51081 del 20/11/2019, ha precisato quali atti di gestione sono attualmente esperibili: tra i quali non è ricompresa la gara per l’aggiudicazione dei servizi in oggetto».
Curioso, il servizio di pulizia degli immobili comunali non può essere prorogato per colpa della sentenza del Tar mentre il servizio di canile municipale deve essere prorogato per colpa della sentenza del Tar, senza considerare la trascurabile circostanza che il Tar si è espresso poche settimane fa e la storia degli affidamenti diretti al canile va avanti, come già scritto, ormai da 10 anni.
Ma nell’ordinanza si trova il modo per dare responsabilità della decisione anche alle associazioni animaliste del territorio. «Si è richiesto un elenco di associazioni ed enti disposti ad accogliere i cani di proprietà dell’Ente attualmente ospitati presso la struttura dell’affidatario. Il riscontro alla predetta nota è consistito esclusivamente in richieste di incontro da parte di alcune delle Associazioni interpellate, all’esito dei quali non sono però emerse proposte e/o suggerimenti concreti in merito alla soluzione della problematica, ma sono solo state eccepite perplessità sull’opportunità, nelle more del completamento delle procedure di gara, di trasferire i cani da un rifugio all’altro in considerazione del rischio di disagi e stress che gli animali potrebbero subire a seguito del cambiamento di dimora».
L’ordinanza infine fa riferimento ad «un avviso di richiesta di manifestazione d’interesse diretto a cinque rifugi ubicati nel territorio della Provincia BAT».
Pare però che «solo una delle Ditte interpellate ha trasmesso riscontro dichiarandosi disponibile all’accoglimento di una parte dei cani di proprietà comunale». Ma non è stata presa in considerazione «considerate le perplessità manifestate dalle Associazioni di volontari/animalisti, nonché la fase avanzata in cui si trova il procedimento di indizione della gara di appalto, sospesa solo a causa della citata sentenza del Tar Puglia».